Il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, riunito a Roma il 30 maggio 2006, tra i temi affrontati ha discusso la questione emersa dall’inchiesta giudiziaria sul calcio e ha diffuso il seguente comunicato.
“Il mondo del calcio è scosso da un’inchiesta giudiziaria che sta portando alla luce comportamenti gravemente scorretti, sia sotto il profilo penale sia dal punto di vista etico. Tutto ciò in un settore, quello dello sport, che dovrebbe essere caratterizzato da un forte spirito di lealtà. Nell’indagine appaiono coinvolti anche giornalisti iscritti all’Albo. Il Consiglio nazionale dell’Ordine, riunito a Roma il 30 maggio 2006, appreso che procedimenti disciplinari sono già stati aperti da alcuni Ordini regionali, sottolinea l’importanza che l’attività di informazione sia fondata sui valori dell’autonomia e dell’indipendenza e invita gli stessi ordini regionali a proseguire senza indugi la propria opera di accertamento e di condanna di eventuali comportamenti non corretti. Il Consiglio Nazionale dell’Ordine, preso atto altresì che nello sport molti non giornalisti svolgono una incontrollata attività di opinionisti, rivolge inoltre un monito ai colleghi affinché verifichino che nessuno, esercitando abusivamente l’attività di giornalista, leda l’immagine e la correttezza deontologica dello stesso lavoro giornalistico. Eventuali abusi di non giornalisti potranno essere perseguiti anche giudiziariamente. Infine il Consiglio esorta i giornalisti a non partecipare a manifestazioni o attività di dubbia trasparenza e diffida enti, istituzioni ed associazioni private a coinvolgere giornalisti in iniziative che, direttamente o indirettamente, possano legittimare o mascherare comportamenti illeciti. Il giornalista corretto lavora nell’esclusivo interesse del cittadino ed a questo principio ispira la propria opera, sia di cronaca, sia di commento. Nei prossimi mesi, mentre si svolgeranno le indagini della magistratura ordinaria e quelle dei giudici della deontologia, l’Ordine nazionale analizzerà rigorosamente il fenomeno – purtroppo evidente anche in altri settori – che mette a rischio la credibilità della categoria. Per questo chiede agli organi di informazione e a tutti i colleghi di contribuire a questa riflessione”.