
Scalfari – che in precedenza aveva già lavorato come direttore dell’Espresso ed era stato deputato del Partito socialista italiano - negli anni seguenti alla fondazione di "Repubblica" scombinò il panorama editoriale dei giornali italiani grazie soprattutto a tre innovazioni: il formato berlinese o tabloid, più compatto rispetto al broadsheet allora utilizzato dai principali giornali – e oggi adottato quasi solo dal Sole 24 Ore e dal Foglio – l’introduzione del cosiddetto “stile brillante” del linguaggio, più informale rispetto ad altri giornali dell’epoca, e una grande attenzione al giornalismo d’inchiesta.
Il primo numero di Repubblica, con una foliazione di 24 pagine, in prima aprì con i problemi del quarto governo guidato da Aldo Moro, che di lì a un mese avrebbe subito un rimpasto e sarebbe caduto nel luglio del 1976. Il giornale costava 150 lire, meno di 10 centesimi di euro.