
Enzo Iacopino aggiunge: “Questa operazione ha consentito agli editori di ottenere utili di esercizio per 30.000.0000 (trenta milioni) di euro. E’ apprezzabile la richiesta di Anselmi che i contributi pubblici vengano assegnati in base alle “copie vendute e al numero di dipendenti con regolari contratti”. C’è solo da chiarire un particolare. Sono regolari i contratti che prevedono che i collaboratori vengano pagati con spiccioli di euro? Formalmente lo saranno pure. Ma ci sarà qualcuno, a Roma e non a Berlino, capace di valutare il potere del ricatto che gli editori hanno con il sistematico “o prendere o lasciare” collaborazioni da fame? Spero di sì”.