“Sono grato alla
Federazione degli editori e al suo presidente
Giulio Anselmi. Grazie al loro annuale rapporto siamo in grado, oggi, di sapere che nel
2011 sono stati in vario modo rottamati
637 giornalisti (469 dei quotidiani, 124 dei settimanali e 44 delle agenzie). In verità qualcuno in più ha dovuto lasciare il lavoro perché queste cifre si riferiscono alla riduzione degli organici all’interno dei quali, è doveroso ammetterlo, c’è stato qualche marginale innesto”, è questo il commento del presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine il quale sottolinea che questi dati si riferiscono solo alla carta stampata e alle agenzie.
Enzo Iacopino aggiunge: “Questa operazione ha consentito agli editori di ottenere utili di esercizio per 30.000.0000 (trenta milioni) di euro. E’ apprezzabile la richiesta di Anselmi che i contributi pubblici vengano assegnati in base alle “copie vendute e al numero di dipendenti con regolari contratti”. C’è solo da chiarire un particolare. Sono regolari i contratti che prevedono che i collaboratori vengano pagati con spiccioli di euro? Formalmente lo saranno pure. Ma ci sarà qualcuno, a Roma e non a Berlino, capace di valutare il potere del ricatto che gli editori hanno con il sistematico “o prendere o lasciare” collaborazioni da fame? Spero di sì”.