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Scritte in chiave sociologica da un “maestro-grande firma” della cronaca italiana, Bartoloni costruisce una riflessione su un fenomeno epocale (“I patriarchi del terzo millennio”), recitandola fra il serio e il semiserio con l’invito all’insegna del “meditate gente, meditate” del Renzo Arbore pensiero. “Naturalmente – scrive Bartoloni – ci metto dentro il sale e il pepe dei miei settantotto anni. Non so se la mia del 1936 passerà alla storia come una classe di ferro, sicuramente nel cielo del Natale di quell’anno la stella cometa ha brillato più intensa per annunciare la nascita (22 dicembre) di un predestinato apostolo delle genti, Jorge Mario Bergoglio, Papa Francesco”.
Così quelli del millenovecentotrentasei sfilano nella copertina di questo libro tratteggiati dalla penna di un loro illustre coetaneo, Emilio Giannelli, disegnatore di satira politica, autore di quotidiane irresistibili vignette sul Corriere della Sera. Senza ordine prestabilito, sfilano a passo di danza, quella del “trenino”, ognuno con le mani appoggiate sulle spalle di chi lo precede. Tra tanti, si riconoscono: Papa Francesco, Pippo Baudo, Achille Occhetto, Carla Fracci.
A commento del libro, Gino Falleri, Presidente Associazione europea degli uffici stampa e della comunicazione istituzionale, sottolinea l’eccletticità di Romano Bartoloni: “cronista ricco di grande sensibilità che percepisce in anticipo quali sono i problemi di grande caratura sociale”.
In apertura al volume, una parabola di Papa Francesco, da una meditazione mattutina nella Cappella di Santa Marta.
Romano Bartoloni, giornalista professionista da oltre cinquant’anni, è Presidente del Sindacato cronisti romani. Ha lavorato nelle redazioni di quotidiani e agenzie di stampa (Il Giorno, Agenzia Italia, Popolo: dove è stato vicedirettore); attualmente commenta e scrive sui fenomeni del mondo della comunicazione e sulla Roma di oggi e di ieri.