
Nel corso della audizione, durata oltre un’ora e mezza, Del Boca ha sostenuto che il disegno di legge presentato dal governo ha un chiaro intento punitivo nei confronti dei giornalisti e di difesa dei politici e dei potenti; che le notizie non possono essere nascoste per sempre; che il confine temporale per poter dare le notizie è quello della comunicazione di garanzia all’indagato; che sarebbe una legislazione non in linea con l’Europa e con le indicazioni della Corte Europea dei diritti; che la verifica del rispetto delle norme deontologiche deve essere accelerata come l’Ordine richiede da tempo nell’ambito della riforma.
Natale ha sostenuto che i cronisti sono i portavoce del diritto della comunità a sapere, non rivendicano un diritto da corporazione. La storia del nostro paese sarebbe diversa, in peggio, se i giornalisti non avessero indagato e scritto su molte vicende e su molti reati. Le manifestazioni in piazza svolte in mezza Italia indicano che i cittadini sostengono la libertà di stampa. Già contro la Mastella la categoria ha scioperato perché i richiami alla riservatezza dei potenti sono fuori luogo: il concetto della privacy va usato per altro. La autoregolamentazione è il sistema più incisivo per garantire che la stampa non superi i limiti della correttezza, richiamati anche dal Presidente della Repubblica Napolitano. Sanzioni penali o pecuniarie pesanti sono pericolose perché soffocano la libertà di stampa. Lo stesso rischierebbe di accadere con sanzioni a carico degli editori che potrebbero invitare direttori e giornalisti ad “essere prudenti”.
Siddi ha detto che la grandissima maggioranza delle intercettazioni pubblicate lo sono state nel rispetto della legge; che il segreto giudiziario deve avere tempi ben precisi; che il ddl del governo ha un taglio coercitivo e censorio per comprimere la funzione della stampa; che i cittadini devono sapere tutti i fatti che accadono, anche quelli scomodi; che le indagini giudiziarie richiedono notizie; che occorre cercare un equilibrio tra una giustizia giusta e una stampa libera.
Columba ha sottolineato che nella relazione ai disegni di legge - oltre a quello del governo, ne hanno presentati il deputato di An Manlio Contento, e Lanfranco Tenaglia del Pd con contenuti non solo negativi - la presidente della Commissione, Giulia Bongiorno, affermando che la legge deve tutelare le indagini della magistratura e la riservatezza delle persone, ha trascurato un terzo fondamentale aspetto: il diritto della collettività a sapere quello che accade in modo completo, corretto e tempestivo, un diritto tutelato dalla Costituzione. Il presidente dell’Unci ha poi elencato i punti peggiori del disegno di legge del governo che annullerebbero la libertà di informazione e il diritto-dovere di cronaca: il divieto assoluto di pubblicare atti dell’indagine preliminare anche nel riassunto o nel contenuto anche quando non esista più il segreto; il segreto apposto non solo agli atti di indagine ma anche alle attività di magistrati e polizia giudiziaria; l’impossibilità di pubblicare il contenuto di intercettazioni legittimamente realizzate; la possibilità di dare notizie solo dopo l’udienza preliminare, cioè ad anni di distanza dagli avvenimenti; l’obbligo di pubblicare smentite senza commento anche quando contengano palesi falsità o calunnie e diffamazioni.
Sono quindi intervenuti i deputati Palomba, Mantini, Contento, Tenaglia, Saperi, Rao, Zaccaria, Capanno, Rossomando, Ferranti, e la stessa presidente Buongiorno che hanno posto varie domande ed espresso opinioni.
Infine il Presidente Giulia Bongiorno, al quale è andato il ringraziamento di tutta la delegazione dei giornalisti per l’audizione, ha annunciato la continuazione delle consultazioni ed ha preso atto , riservandosi una ulteriore incontro più specifico, che Fnsi e Ordine presentino alla ripresa dei lavori parlamentari, proposte articolate in vista del dibattito sugli articoli del disegno di legge e delle due proposte di legge presentate da Tenaglia (Pd) e da Contento (Pdl).