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E’ l’allarme lanciato dal presidente dell’Agcom, Angelo Marcello Cardani, nel discorso di presentazione della Relazione annuale al Parlamento. Ci sono eno investimenti e si registra «non solo una contrazione, ma anche un peggioramento, dell'occupazione. La crisi dei quotidiani e dei periodici che hanno registrato un perdita complessiva dei ricavi negli ultimi cinque anni del 24%, «ha comportato una riduzione degli investimenti e non solo una contrazione, ma anche un peggioramento dell’occupazione».
La pluralità ma anche la qualità dell’informazione – sono parole di Cardani – «rappresentano condizioni imprescindibili di un sistema democratico; la contrazione e il depauperamento di un bene essenziale richiede l’attenzione di tutti gli attori in campo, specie in un momento storico nel quale la domanda e l’offerta di informazione di qualità sul web sembra minacciata da fenomeni di camere di risonanza (echo chambers), polarizzazione e strategie di disinformazione».
Inoltre l'Italia è ancora al penultimo posto della classifica Ue di utilizzo di Internet, nonostante la percentuale della popolazione che usa il web sia cresciuta di 3 punti percentuali nel 2016, arrivando al 60%. La piattaforma è utilizzata meno della media Ue per acquisti, servizi bancari e video on demand, nella media per social network, mentre l’unico indice sopra la media è il consumo di contenuti digitali (musica, video, giochi online).
Finiscono sotto la lente Agcom anche le fake news: un fenomeno "di estrema gravità è la diffusione voluminosa, istantanea e incontrollata di notizie deliberatamente falsificate o manipolate", spiega l'Autorità. Cardani, si schiera a favore di "un intervento normativo" e contro l'autoregolamentazione dei colossi web, che promettono "di sviluppare algoritmi per rimuovere le informazioni false e virali", ma sono anche i principali 'utilizzatori' gratuiti dell’informazione.