
Forse è anche superfluo ricordare casi eccellenti come quello di Ugo Stille, giornalista pubblicista direttore del Corriere della Sera dal 1987 al 1992, per comprendere che il panorama che la professione offre oggi è quello, in sempre maggiore crescita, di giornalisti pubblicisti che di fatto svolgono attività professionale in modo esclusivo, continuativo e almeno alla pari, per impegno e qualità, con quello dei professionisti da cui differiscono, purtroppo e loro malgrado, per il solo fatto di non essere assunti da un editore.
Un processo ben presente nelle discussioni dello stesso Consiglio Nazionale dell’Ordine che in quest’ultima consiliatura sta accelerando, con il cosiddetto ricongiungimento, il processo di riconoscimento dello status di professionista a quei pubblicisti, e sono molte migliaia in Italia, che nei fatti svolgono a quel titolo la professione.
Nell’auspicio che anche il Consiglio Regionale della Sardegna superi questa vetusta, discriminatoria e ormai irreale divisione, i suddetti consiglieri dell’ODG chiedono che lo stesso Consiglio possa fare un passo indietro indicando altri criteri selettivi che vadano unicamente e incontestabilmente nella direzione di una legittima richiesta di professionalità per la composizione del proprio staff.