Newsletter

Tieniti aggiornato sulle nostre ultime novità!

Link

inpgi
casagit
fondo giornalisti
fieg
Garante per la protezione dei dati personali
murialdi
agcom
precariato

“Smascheriamo gli editori”/ Una legge toglierà le provvidenze a chi sfrutta i giornalisti

18/05/2010
Un bollino blu” per dire all’opinione pubblica che quelle testate rispettano il lavoro dei giornalisti. E’ la proposta che Giorgia Meloni, ministro per la Gioventù, ha lanciato nella sede dell’Ordine nazionale in occasione della presentazione della ricerca “smascheriamo gli editori”, conclusione di un precedente studio messo a punto dal gruppo dei free lance nell’aprile del 2009.
L’impegno assunto dai parlamentari partecipanti all’incontro (Antonio Borghesi, Elio Lannutti, Silvano Moffa, Vincenzo Vita) è quello di mettere a punto una proposta di legge che “ponga come condizione sine qua non per l’elargizione di provvidenze all’editoria il rispetto del lavoro dei giornalisti”.
Il quadro che emerge dalla ricerca – alla quale hanno collaborato centinaia di giornalisti professionisti – fa apparire una situazione di sfruttamento che, secondo Lannutti, va denunciata con vigore, valutando anche se promuovere “campagne di boicottaggio” delle testate che compensano con pochi spiccioli i collaboratori. Lannutti ha messo l’accento sul ruolo di “ammortizzatore sociale” che svolgono le famiglie, costrette di fatto ad intervenire in aiuto degli editori che retribuiscono i loro figli con somme irrisorie.
Moffa, presidente della commissione Lavoro della Camera dei Deputati, ha suggerito un intervento normativo che stabilisca “un criterio per il compenso degli articoli che sia adeguato al livello di contributo che a vario titolo viene elargito dalla Stato”. Non farlo significherebbe limitarsi a “riempirsi la bocca sulla difesa della dignità delle persone. Il fondo per l’editoria non deve essere garantito solo a monte, ma deve prevedere anche garanzie per i giornalisti”. Compito che si potrà onorare creando “un organo di garanzia, attribuendolo alla responsabilità dell’Odg, con l’incarico di fare da osservatorio permanente su come gli editori usano le provvidenze che ricevono dallo Stato”.
Occorre anche agire in fretta, ha aggiunto Vita, “per eliminare queste brutture, testimoniate da cifre che offendono” e agire d’anticipo perché c’è il “rischio concreto che senza interventi la situazione peggiori e la precarizzazione diventi la normalità. Questa deve essere una campagna che ci veda tutti uniti”.
Borghesi ha posto il problema di come tutelare autenticamente la libertà dei giornalisti: “Cifre come quelle che vediamo nella ricerca fanno emergere quanto siano ricattabili i giovani professionisti. Eppure lo scorso anno abbiamo dato 20 milioni di euro agli editori per mandare in pensione i giornalisti, senza neanche chiedere che fossero mantenuti i livelli occupazionali, offrendo opportunità ai giovani. Lo Stato ha il diritto di fissare regole per sapere come vengono utilizzate le risorse che elargisce”.
Il ministro Meloni ha definito “importante e coraggioso il lavoro fatto dall’Ordine. Davanti a queste cifre, dovrebbe farsi un esame di coscienza chi chiede maggiore qualità dell’informazione. La situazione attuale condanna di fatto tanti giovani allo sfruttamento. Con la curiosa beffa di avere rappresentanze sindacali che si occupano più di quelli che hanno garanzie che di quelli che non ne hanno”. La ricerca, ha concluso, “può essere un’utile scintilla” per avviare un tavolo di lavoro tra Ordine, Fieg e Fnsi”. Su questa ipotesi, Meloni ha portato il consenso del sottosegretario Paolo Bonaiuti, annunciando che la “coraggiosa iniziativa dell’Ordine avrà il sostegno del Governo”.
All’incontro, aperto dal segretario nazionale dell’Odg, Enzo Iacopino, ha partecipato il vice presidente dell’Ordine, Enrico Paissan, il quale, concludendo, ha detto: “Qui non si parla di privilegi da tutelare. Oggi l’Ordine ha il dovere di occuparsi della vergogna retributiva, apparentemente di natura sindacale ma che richiama la salvaguardia e la dignità nel lavoro”.
L’Ordine dei giornalisti sta elaborando un’altra ricerca che riguarda lo sfruttamento dei fotogiornalisti, i quali si vedono sottratto il frutto del loro lavoro e sono sistematicamente costretti a rincorrere gli editori per avere il pagamento delle loro spettanze.
 

 
GIORNALISTI: MELONI,CHI CHIEDE DI PIU' FACCIA ESAME COSCIENZA
MINISTRO CHIEDE 'BOLLINO BLU' PER TESTATE VIRTUOSE CON FREELANCE
ROMA, 18 MAG - Chi chiede di più nel settore dell'informazione si faccia un esame di coscienza, visto che magari sono quelli che pagano con un anno di ritardo, danno due euro e 50 a articolo o dopo un certo tetto di pezzi non ti pagano più ''. L'ha detto oggi a Roma il Ministro della Gioventù Giorgia Meloni intervenendo a 'Smascheriamo gli editori ', l'incontro in cui l'Ordine dei Giornalisti ha presentato in una ricerca i dati su quanto (poco) le testate paghino i collaboratori freelance.
''Agendo così - ha aggiunto la Meloni - si condanna allo sfruttamento chi coltiva il sogno di accedere alla professione di giornalista, e c'e' anche la curiosa beffa di avere delle rappresentanze sindacali che si occupano principalmente di chi le garanzie già ce l'ha''.
Il Ministro della Gioventù si e' detta favorevole a una proposta di legge che leghi i contributi pubblici all'editoria all'obbligo di una retribuzione equa per i collaboratori: ''Chi li riceve sa che da quelli deriva ruolo di servizio pubblico.
Sono d'accordo a lavorare sull'ancoraggio di questi contributi al rispetto di determinati parametri. Potrebbe essere introdotta anche una menzione di merito, un bollino blu, per dire quali testate abbiano invece comportamenti virtuosi ''. Per lei, su questi temi ''si potrebbe inoltre pensare a un tavolo di lavoro di confronto con gli editori ''.(ANSA).
 
GIORNALISTI: MOFFA(PDL), SERVE LEGGE PER RETRIBUZIONI EQUE
LAVORERA' AL PROVVEDIMENTO ANCHE SENATORE LANNUTTI
ROMA, 18 MAG - Silvano Moffa (Pdl), presidente della commissione lavoro della Camera e il senatore Elio Lannutti (Idv) lavoreranno a una proposta di legge che stabilisca per le testate che ricevono contributi statali ''un livello obbligatorio di retribuzione adeguata e di garanzie minime per i collaboratori '. L'hanno detto oggi a Roma, intervenendo a 'Smascheriamo gli editori ', l'incontro in cui l'Ordine dei Giornalisti ha presentato in una ricerca i dati su quanto le testate paghino (poco) i collaboratori freelance.
''Vorrei presentare la proposta di legge - ha detto Moffa - entro giugno ''. Con il provvedimento vorrebbe anche proporre di ''affidare a un organo di garanzia, che potrebbe essere l'Ordine
dei Giornalisti, la possibilità di essere punto di osservatorio permanente ''. Per Moffa 'c'è un'asimmetria di fondo tra i contributi all'editoria e il pagamento dei collaboratori. E sembra che tanto più sia alta contribuzione dello Stato tanto maggiore sia l'indisponibilità a trattare il livello
contributivo ''. Per Elio Lannutti i dati ''della vergogna '' emersi dalla ricerca, possibile grazie alla collaborazione di circa 1000 giornalisti, che hanno rivelato le condizioni in cui lavorano, fotografano anche in questo settore ''una gioventù sprecata, precaria, per cui i veri ammortizzatori sociali sono le famiglie ''. (ANSA).
 
GIORNALISTI:SECONDO RICERCA, FREELANCE MALPAGATI E RICATTATI
I DATI DIFFUSI DALL'ORDINE NAZIONALE DEI GIORNALISTI
ROMA, 18 MAG - Articoli pagati 2.50 euro, forfait mensili di 50 - 100 euro; pezzi mai retribuiti, o pagati dopo un anno; collaborazioni che dopo un certo numero di articoli diventano a titolo gratuito o ricevano compensi drasticamente tagliati. Sono fra ''i dati della vergogna'' come li ha definiti il segretario generale del Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti Enzo Iacopino, emersi dalla ricerca 'Smascheriamo gli editori' presentata oggi a Roma.
La raccolta dei dati, che riguarda circa una sessantina di testate, fra cui molte nazionali, da La Repubblica a Libero, da Il Foglio a Il Manifesto, da agenzie come Ansa e Apcom, e' stata
possibile ''grazie a circa 1000 giornalisti freelance, che hanno accettato di rispondere alla nostra richiesta, mandata per email a circa 4000 giornalisti professionisti, di rivelare le condizioni in cui lavorano''. Iacopino e i politici intervenuti, il Ministro della Gioventu' Giorgia Meloni, i senatori Vincenzo Vita (Pd) e Elio Lannutti (Idv), Antonio Borghesi, vice capogruppo dell'Italia dei Valori alla Camera e Silvano Moffa (Pdl), presidente della Commissione lavoro della Camera, hanno
stigmatizzato come molti dei pagamenti iniqui vengano da testate che ricevono i contributi statali per l'editoria. Per questo Lannutti e Moffa si sono detti pronti a lavorare a una proposta di legge ''che stabilisca per le testate che ricevono contributi statali un livello obbligatorio di retribuzione adeguata e garanzie minime per i collaboratori''.
Fra i casi piu' emblematici indicati nella ricerca, ci sono quelli de La voce della Romagna che paga un articolo 2 euro e 50 e il Nuovo Corriere di Firenze, che offre ai collaboratori forfait mensili da 50 a 100 euro. Ad entrambe le testate vanno contributi pubblici per oltre 2 milioni e mezzo di euro l'anno.
La Repubblica (che rientra nel contributo al Gruppo L'espresso - La Repubblica di oltre 16 milioni di euro), secondo le testimonianze raccolte, paga 30 euro un articolo di 5000 – 6000 battute. Il Messaggero (circa un milione e mezzo di contributi) paga al massimo 27 euro ad articolo. L'Ansa paga 5 euro per ogni lancio. L'Apcom offre da 4 a 8 euro, ma non paga nulla nel caso
in cui l'evento assegnato non si realizzi. Il Manifesto (oltre 5 milioni di contributi) non avrebbe pagato alcuno degli articoli scritti dal collaboratore interpellato ''neanche per le aperture''. Il Sole 24 ore (oltre 19 milioni di contributi l'anno) paga 50 centesimi a riga. Libero (5 milioni e 451 mila
euro di contributi) da' 18 euro anche per un'apertura. ''I dati - dice il Vice Presidente dell'Ordine nazionale dei giornalisti, Enrico Paissan - sono parziali ma significativi. Mostrano che quello di giornalista freelance e' uno dei lavori piu' precari e meno retribuito dell'intero Paese. E' una categoria sottoposta a ricatto quotidiano''. (ANSA).