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50° anniversario dell’Ordine: Iacopino chiede la riforma della professione

07/02/2013
Festeggiati i 50 anni dell’Ordine dei giornalisti. Il 7 febbraio scorso a Roma nell’aula dei gruppi parlamentari della Camera si è svolto un significativo convegno dal titolo “Giornalisti: mezzo secolo di Ordine tra etica, professionalità e cambiamento” al quale hanno partecipato Monica Maggioni direttrice di Rai news; Caterina Malavenda avvocato cassazionista, penalista e giornalista pubblicista; Francesco Occhetta, giornalista e gesuita.
Nell’occasione è stata presentata un’interessante ricerca a cura di Enrico Finzi dal tema “I giornalisti italiani, l’etica professionale e l’informazione on line”.
In apertura dei lavori il presidente nazionale dell’Ordine Enzo Iacopino ha ricordato Guido Gonella “Ci sono persone che lasciano il segno, ha detto, senza mai usare toni forti o cercare riflettori. E altre scivolano via, cessato il rumore che provocano per dare sfogo alla loro vanità. Guido Gonella appartiene al primo gruppo. Non amava i toni forti, non rincorreva i riflettori, aveva attenzione per i dolori della vita e per gli ultimi”. All’ex ministro della Giustizia è stata dedicata una bella biografia a cura del collega Michelangelo Bellinetti.Con un discorso a tutto campo, Iacopino ha poi sottolineato i punti salienti di questo lungo periodo, strettamente legato alla vicenda politica e storica nazionale. Ha ricordato la grande evoluzione registrata dalla professione e la necessità che il Parlamento provveda al varo di una riforma quanto mai necessaria anche se “Non si parte da zero”. Il presidente si è poi soffermato sulla nutrita serie di Carte deontologiche approvate dal Consiglio nazionale in almeno trent’anni. Fra queste la “Carta di Firenze” (“l’Osservatorio deve subito entrare in funzione”) e con essa l’intollerabile situazione nella quale versano i precari oggetto di “uno sfruttamento selvaggio”. Ma le minacce, per i giornalisti, vengono anche dal mondo politico che troppo spesso usa impropriamente l’arma della presunta diffamazione. Non solo: ben 1315 colleghi, ha ammonito, sono stati fisicamente minacciati dalle mafie dal 2006 a oggi. A questo proposito, è intervenuta la collega Francesca Santolini pochi giorni prima oggetto di una vera e propria aggressione a seguito delle approfondite indagini giornalistiche da lei svolte in Lombardia su intrecci malavitosi.
Numerosi e fonte di riflessione sono apparsi i risultati della ricerca presentata dal prof. Finzi, frutto di un questionario somministrato ai 1.681 colleghi che hanno aderito. Fra i dati più rilevanti, emerge la consapevolezza da parte dei giornalisti di una formazione più approfondita e di un approccio sempre più stretto nei confronti dell’innovazione. Decisamente più negativo appare la percezione che i giornalisti hanno del grado di eticità e della qualità complessiva dei mezzi di informazione. Il futuro economico della professione è poi vista negativamente: chiuderanno molte testate, i contratti diventeranno sempre più un miraggio, l’autonomia culturale e professionale sarà sempre più dura da difendere.
Le tre relazioni hanno infine sviluppato alcuni risultati proposti dalla ricerca. La Maggioni ha in particolare sottolineato come il giornalista sia tale se è formato e se può poggiare su solidi principi deontologici: solo così darà notizie autentiche e non opinioni o rumors.
Malavenda ha messo in luce le oggettive difficoltà del giornalista “che è un dipendente” e la sua deontologia si confronta e scontra molto spesso con esigenze\richieste terze. La privacy, inoltre, è “La pietra tombale del giornalismo”.
Molti gli spunti offerti anche da Occhetta che ha sostenuto come l’Odine sia “garante di democrazia”. Il potere del giornalista, ha aggiunto, passa attraverso la credibilità fatta di vocazione, qualità e formazione. Il mestiere, poi, si trasmette: la scuola o il master possono non bastare. Internet, infine, deve essere considerato come luogo, non come strumento.
Il 50° dell’Ordine era stato festeggiato anche pochi giorni prima al Quirinale dove si era recata una delegazione dell’Ordine nazionale e alcuni presidenti regionali. Unitamente al capo dello Stato Giorgio Napolitano è intervenuta il ministro della Giustizia Paola Severino.
   

I GIORNALISTI ITALIANI, L’ETICA PROFESSIONALE, L’INFORMAZIONE ON LINE
sintesi della ricerca quantitativa realizzata da AstraRicerche
per il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti
 

50 ANNI ORDINE: SIDDI, RIFORMA IMPROCRASTINABILE
 
''Il mezzo secolo di vita dell'Ordine dei giornalisti, che celebra oggi l'anniversario della sua legge istitutiva, e' l'occasione per rilanciare con forza l'iniziativa per una improcrastinabile riforma di una professione al centro di epocali trasformazioni''. Ne é convinto Franco Siddi, segretario della Federazione nazionale della stampa.
''L'appello rilanciato, in questo senso, dal Presidente dell'Ordine nazionale Iacopino e' condiviso - credo - da tutta la categoria, che, sui contenuti e gli strumenti del cambiamento, ha una dialettica in corso, utile allo scopo ma sin qui annullata dall'insipienza e dai piccoli opportunismi della politica politicante'', continua Siddi in una nota. ''Non può sfuggire a nessuno che una legge la può riformare solo il Parlamento e non va dimenticato che la legislatura appena conclusa ha 'chiuso' in un cassetto un progetto di legge - già votato in una delle Camere - per non misurarsi con quanti esprimevano dei dubbi e neppure con quanti erano disponibili a migliorarlo: una soluzione all'insegna di una becera 'contabilità' di interessi particolari tutelabili da questa o quella figura politica privilegiata, rispetto ad una ricerca di equilibrio per un interesse generale''.
Per il segretario della Fnsi, ''e' interesse pubblico primario una professione qualificata per la sua identità specifica, per la sua qualificazione deontologica, per la sua missione al servizio della conoscenza dei cittadini e della circolazione delle idee. L'Ordine professionale e' uno strumento che, in questa dimensione ha una sua validità, ma deve essere adeguato alla realta' del lavoro professionale che si esprime in un vasto sistema di mezzi e reti per comunicare, per informare, per creare relazioni di conoscenza e verifica''.
L'indagine dell'Ordine nazionale sull'etica della professione, sottolinea ancora Siddi, ''mette in luce un grave problema: l'adesione ai principi deontologici da parte della categoria e' quasi totale, la realta' vissuta e' spesso un'altra a causa di interferenze improprie sulle autonomie della professione e sulle garanzie nel lavoro. Gli equilibri del sistema dell'informazione, il rispetto del lavoro di chi professionalmente vi si dedica sono fondamentali. Servono leggi aggiornate di garanzia e di chiara ispirazione alle Carte dei diritti fondamentali dell'uomo, servono strumenti per l'accesso e il rispetto della deontologia, che non siano apparati burocratici ma efficaci e solidi riferimenti per la credibilità del giornalismo e per puntuali risposte ai cittadini. La riforma dell'Ordine dei giornalisti, unitamente a quelle del mercato e di un nuovo welfare attivo per il lavoro e l'industria dell'informazione, per il pluralismo, in tempi in cui la politica si declama per 'agende', sono temi che devono stare ai primi posti delle prossime scadenze dei pubblici poteri. La Fnsi non solo non cancella questi temi, nonostante l'ostentato silenzio di una campagna elettorale 'altra', ma incalzerà i futuri eletti e il nuovo Governo sin dal primo istante del loro insediamento. Nel frattempo, felicitazioni all'Ordine dei giornalisti''. (ANSA).