«Accertate le violazioni della Carta di Firenze». Contro lo sfruttamento e la discriminazione dei giornalisti. E’ il senso di una lettera-esposto inviata dal presidente nazionale dell’Ordine dei Giornalisti,
Enzo Iacopino e dal
gruppo di lavoro sul precariato del Cnog a tutti i presidenti degli
Ordini regionali, a un anno esatto dall’approvazione del documento deontologico.
«E' necessario – si legge nella lettera - che la nostra istituzione si attivi a livello territoriale al fine di accertare l’esatta dimensione del problema per procedere, in caso di violazione della Carta, all'adozione dei conseguenti provvedimenti».
«E' un impegno ineludibile per rafforzare la credibilità nella professione e per il rispetto che è dovuto ai nostri colleghi che si trovano in difficoltà».
La sollecitazione nasce dalla circostanza che proprio in momenti come questi di grande difficoltà e precarizzazione per l’intera categoria serva un impegno corale da parte dell’organismo territoriale a tutela della professione che è chiamato a intervenire (anche d’ufficio secondo i suoi poteri) per impedire sfruttamento e discriminazione dei giornalisti.
Allegata alla lettera la ricerca ‘Smascheriamo gli editori’ dove l’Ordine dei giornalisti svela i compensi-vergogna dei precari italiani; ricerca da cui è nata l’idea del ddl sull’equo compenso approvato dal Senato, in attesa della definitiva approvazione alla Camera.
La Carta di Firenze entrata in vigore l’8 novembre del 2011, all'art. 2 afferma:
Gli iscritti all’Ordine che rivestano a qualunque titolo ruoli di coordinamento del lavoro giornalistico sono tenuti a:
a) non impiegare quei colleghi le cui condizioni lavorative prevedano compensi inadeguati;
b) garantire il diritto a giorno di riposo, ferie, orari di lavoro compatibili con i contratti di riferimento della categoria;
c) vigilare affinché a seguito del cambio delle gerarchie redazionali non ci siano ripercussioni dal punto di vista economico, morale e della dignità professionale per tutti i colleghi;
d) impegnarsi affinché il lavoro commissionato sia retribuito anche se non pubblicato o trasmesso;
e) vigilare sul rispetto del diritto di firma e del diritto d’autore.
f) vigilare affinché i giornalisti titolari di un trattamento pensionistico Inpgi a qualunque titolo maturato non vengano nuovamente impiegati dal medesimo datore di lavoro con forme di lavoro autonomo ed inseriti nel ciclo produttivo nelle medesime condizioni e/o per l’espletamento delle medesime prestazioni che svolgevano in virtù del precedente rapporto;
g) vigilare che non si verifichino situazioni di incompatibilità ai sensi della legge 150/2000.
Secondo la Carta di Firenze, la violazione di queste regole, applicative dell'art. 2 della Legge 69/1963 concernente i diritti e doveri dei giornalisti, comporta l'avvio di un procedimento disciplinare ai sensi del Titolo III citata legge.