Autore:
Isabella Bossi Fedrigotti
Editore:
Longanesi (2011), pag.178, Euro 15,60
L’Autrice, nata a Rovereto da madre austriaca, ha esordito nella narrativa nel 1980, con questo romanzo, ora riproposto in una nuova edizione.
È una pagina del Risorgimento italiano attraverso una intensa storia d’amore. È il 23 giugno 1866. Il giorno seguente, le truppe imperiali austriache sconfiggono quelle del giovane Regno d’Italia a Custoza. Identica sorte avrà la battaglia navale di Lissa, quasi un mese dopo. Nel frattempo Garibaldi è attestato nel Trentino e con i suoi volontari semina il panico tra le file austriache e la popolazione fedele a Francesco Giuseppe .
“Amore mio, uccidi subito questo Garibaldi”, scrive la principessa Leopoldina Lobkowitz al marito, conte Fedrigo Bossi Fedrigotti che è volontario nelle truppe imperiali. Leopoldina arriva dagli splendori di Vienna, dagli agi di immense tenute in Boemia. Da lì è giunta a Rovereto in casa dello sposo, nobile “povero” di una povera provincia dell’impero, di cognome italiano, di dialetto trentino, ma di sentimenti fortemente asburgici. Al suo fianco Leopoldina vive quei tempi che già preludono al crollo dell’Austria Felix.
Nel quadro degli eventi militari e politici – scandito dalle lettere che Leopoldina e Fedrigo si scambiano, raccolte e tradotte in queste pagine dalla pronipote Isabella – si svolge l’intensa vicenda privata dei due protagonisti, delle loro famiglie e degli amici.
Isabella Bossi Fedrigotti è giornalista al “Corriere della Sera”; con il secondo romanzo “Casa di guerra” (1983) è stata finalista al Premio Strega e al Campiello; il successo al Campiello è del 1991 con il romanzo “Di buona famiglia”. Ha pubblicato anche: “Magazzino vita” (1996), “Il catalogo delle amiche” (1998), “Il primo figlio” (2008), “Se la casa è vuota” (2010).