Il raid xenofobo compiuto a Macerata da un giovane di 28 anni a danni di sei migranti (feriti da colpi di arma da fuoco) segna un limite oltre il quale c’è il baratro. Le parole sbagliate spingono tutti verso il fondo. Le responsabilità di chi racconta i fatti sono centrali.
Chi usa le parole di odio è complice di chi spara.
Associazione Carta di Roma, Articolo 21, Fnsi, Ordine dei giornalisti e Usigrai sono impegnati contro le parole di odio e promuovono un discorso corretto e informato, non “buonista”, su migranti e profughi.
Nel rapporto 2017 “
Notizie da paura”, la Carta di Roma ha registrato un incremento dei toni
allarmistici utilizzati nel racconto dell’immigrazione all’interno della stampa e della televisione
nazionale. Notizie e servizi in cui lo “straniero” è autore di reato, è una minaccia all’ordine pubblico,
è un invasore, un usurpatore di servizi. Notizie in cui si effettua una generalizzazione tra il
protagonista – migrante o profugo – e l’appartenenza a un’etnia, una razza o una religione
specifici.
Negli ultimi tempi si sono letti titoli discriminatori: “per avere meno stupri servono meno migranti”,
“per i clandestini tolgono i soldi alle scuole”, “i soliti africani”, tutti in linea con quell’editoriale del
2015 che portava il titolo “bastardi islamici” e che una sentenza di tribunale non ha considerato
reato, ma che il buon senso non può non giudicare un’aggressione violenta e generalizzata che
nulla ha a che fare con il giornalismo. Questo complessivo innalzamento di toni è arrivato a
legittimare azioni discriminatorie e razziste, e chi ha scelto questa strada, l’ha percorsa
deliberatamente e con consapevolezza.
Noi scegliamo di percorrere una strada differente, una strada fatta di ponti, non muri. Una
strada lunga, come i fatti di Macerata ci suggeriscono, e condivisa da tutti coloro che credono nella
coesione e non nella divisione, ma sopratutto che credono nella Costituzione italiana che dice
chiaramente che «Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza
distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e
sociali».
La Costituzione è antifascista e antirazzista, e su questi stessi valori si fonda l’articolo 21 che
difende la libertà di stampa.
Il codice deontologico Carta di Roma è per la verità sostanziale dei fatti e oggi è più attuale e
necessario che mai, se non vogliamo permettere all’odio di vincere, diventando complici del male.
Il nostro appello è rivolto a tutti i giornalisti che invitiamo al rispetto della Carta, e a tutti i cittadini a
cui chiediamo di leggerla e diffonderla.
Potete trovare il testo integrale
qui.