L'attuale legge di governance della Rai, come del resto la precedente, non garantisce l'indipendenza e l'imparzialità che vengono ribadite nel contratto di servizio. Così come fu atto che vulnerò l'autonomia quello con cui nel 2014 furono sottratti 150 milioni all'improvviso al bilancio dell'azienda di servizio pubblico radiotelevisivo, che andrebbero restituiti. In queste condizioni i giornalisti stanno facendo il massimo possibile per garantire il pluralismo.
È quanto ha sottolineato nel corso dell'
audizione in vigilanza il
presidente dell'Ordine nazionale dei Giornalisti Carlo Verna, che ha ricordato come anche il presidente di Confindustria Boccia abbia, in una trasmissione televisiva, evidenziato la necessità di rendere la Rai autonoma dalla politica nell’interesse del Paese.
Verna si è anche riportato, nel corso dell'audizione, al documento sul contratto di servizio predisposto dall'Usigrai, dall'Adrai e da CGIL, Cisl, Uil, Ugl, Snater e Libersind, idealmente sottoscrivendolo.
Il presidente dell'Ordine nazionale ha anche chiesto che si vigili, pure sotto il profilo della corretta applicazione contrattuale, sulle funzioni giornalistiche, spesso affidate a non iscritti e dunque non sottoposti a regole deontologiche nei programmi di servizio, culturali e di intrattenimento delle reti, "un mondo da far west" su cui vanno accesi i riflettori degli organismi di vigilanza, ha concluso assicurando come l’Ordine, che ha dovuto ratificare numerosi praticantati d’ufficio, sia intenzionato a fare la sua parte di intesa con Fnsi e Usigrai.