Sabato 19 maggio alle ore 18.00 presso il chiostro di san Francesco in piazza Dogana a Benevento, nell’ambito della terza edizione del Festival del Libro, si svolgerà la presentazione del libro di Donato Spina “Giornalismo a Benevento (1947-51). Note di un emigrante senza ritorno” (Edizioni Realtà Sannita). Interverranno Donato Spina, autore del volume; Enrico Marra, Il Mattino; Mario Pedicini, giornalista-scrittore; Giovanni Fuccio, direttore Realtà Sannita.
Quello che segue è il messaggio di saluto inviato dal vice presidente Enrico Paissan, a nome del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti:
Sono molto onorato di avere l'occasione di poter esprimere a nome del Consiglio Nazionale dell'Ordine dei Giornalisti il più sincero saluto e il più fervido augurio a Donato Spina in occasione della presentazione del Suo volume “Giornalismo a Benevento (1947-1951)”.
La vicenda umana e professionale di Donato esprime meglio e più di ogni richiamo retorico al 150°anniversario dell'Unità d'Italia il senso di una vicenda, insieme storica ed umana, che, pur tra non poche difficoltà ed incomprensioni, ha consentito attraverso “la vita e le opere” di uomini come Spina, di dare finalmente una risposta al caustico e provocatorio imperativo con il quale Indro Montanelli ci stimolava, fatta l'Italia, a fare gli italiani.
Ecco, pare a me che Donato Spina rappresenti emblematicamente questo traguardo, racchiudendo in sé gli elementi costitutivi e i valori dell'essere italiano.
Uomo del profondo Sud, - di più “homo samniticus” - egli emigrante senza ritorno, ha saputo diventare con pieno merito anche uomo del profondo nord, di una realtà come quella trentina caratterizzata da condizioni storiche ed istituzionali del tutto diverse dalla terra di origine, nuovo territorio nel quale ha saputo trasfondere la maturità di un sapere e di una saggezza che rappresenta una eredità storica di una terra nobile qual'è il Sannio.
In Trentino Donato non è mai stato percepito o considerato come un elemento estraneo, al punto che in poco tempo, nei difficili e travagliati anni del secondo dopoguerra, ha saputo conquistare sul campo una diffusa stima e una sincera considerazione, assumendo via via incarichi sempre più impegnativi e prestigiosi, contribuendo in misura rilevante a dare contenuti e legittimità alla aspirazione all'autogoverno di questa piccola patria alpina, impegnandosi in particolare nel campo del volontariato che rappresenta una sorta di codice genetico e di elemento costitutivo del Trentino.
Di tutto questo la terra alla quale appartengo è grata a Donato Spina e non c'è migliore occasione di questo temporaneo “ritorno” alla sua prima casa per esprimergli tutta la vicinanza e l'affetto di una terra e di una gente che lo sente in tutto e per tutto come un proprio cittadino.
Ma non posso chiudere questo breve messaggio di saluto senza esprimere all'amico Giovanni Fuccio il ringraziamento mio personale e dell'intero Ordine dei Giornalisti per avere in qualche modo “costretto” Donato a ricordare e a mettere su carta la sua giovanile esperienza di giornalista. Solo il buon Dio sa di quanti esempi di questo tipo abbia bisogno il mondo del giornalismo per essere all'altezza della impegnativa sfida alla quale è chiamato, in un mondo in continua trasformazione e in una professione nella quale riesce sempre più difficile corrispondere all'esigenza di fondo di fare un informazione pulita e corretta: anche di questo richiamo dobbiamo essere grati a Donato Spina.
A Lui vada il forte abbraccio di tutti i giornalisti italiani.
Enrico Paissan
Vicepresidente Consiglio Nazionale
dell' Ordine dei Giornalisti
Roma/ Trento, maggio 2012