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Berlusconi contro Mieli e Anselmi: una dichiarazione del vicepresidente dell’Odg Enrico Paissan

05/12/2008
Le recenti dichiarazioni con le quali l'onorevole Silvio Berlusconi invita il direttore del "Corriere della Sera" Paolo Mieli e il direttore della "Stampa" Giulio Anselmi "a cambiare mestiere" vanno al di là del legittimo rapporto di critica che si può instaurare tra un giornalista e un esponente politico, soprattutto in considerazione che il politico in parola riveste la carica di Presidente del Consiglio dei Ministri e del fatto che queste dichiarazioni finiscono per assumere il senso di una inaccettabile intimidazione. I giornalisti, proprio in quanto rivendicano il loro diritto di svolgere al servizio dei cittadini, un essenziale ruolo di critica nei confronti del potere nelle sue molteplici articolazioni, sono evidentemente sottoposti alle espressioni critiche nei confronti del loro lavoro. Ma non possono in alcun modo accettare che soprattutto quanti rivestono importanti incarichi politici, amministrativi e di governo pretendano di insegnare loro come fare il proprio mestiere. Una lunga e indiscussa carriera professionale caratterizza il lavoro giornalistico di Giulio Anselmi e Paolo Mieli, il rigore, l'equilibrio e l'autonomia dei quali sono da tutti apprezzati. E’ diritto e prerogativa esclusiva dei loro lettori, e non del Presidente del Consiglio, giudicare se svolgono bene oppure no il loro ruolo di direttori di due tra i più importanti quotidiani italiani.
L’Ordine nazionale esprime ai due colleghi direttori la più ampia e convinta solidarietà.