Di immigrazione sulla stampa italiana si parla meno; sembra essere in atto una normalizzazione nell’approccio al tema; è diminuito l’accostamento tra immigrazione e criminalità; resta, negli articoli sul tema, una scarsa propensione a verificare le dichiarazioni delle fonti istituzionali; sono ancora poche, ma in aumento, le buone notizie.
Sono questi alcuni dei dati emersi dalla ricerca intitolata “
Il tempo delle rivolte”, condotta nell’ultimo semestre dall'
Osservatorio Carta di Roma, la struttura nata su impulso dell’
Ordine nazionale dei giornalisti e della
Fnsi, in collaborazione con l’
Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr), per monitorare l’informazione italiana in materia di immigrazione e di asilo.
Particolare attenzione è stata riservata al “caso Rosarno”, la vicenda esplosa in Calabria a gennaio 2010 (nella foto una immagine della rivolta). La copertura informativa ha evidenziato alcune linee di fondo, a partire da una normalizzazione nell’approccio a questo argomento, per cui sono sempre meno frequenti i richiami all’emergenza sicurezza e all’allarme sbarchi così come l’accostamento tra immigrazione e criminalità. Il giornalismo italiano si conferma scarsamente propenso a sottoporre a verifica le dichiarazioni dei soggetti intervistati, in particolar modo delle fonti istituzionali. Il linguaggio mostra un’evoluzione ambivalente. Si fa minore ricorso a un uso indiscriminato del termine “clandestino” ma, al contempo, c’è stato l'utilizzo, sia pure circoscritto a una testata ed assai discusso, del termine “negro” all’insegna di una polemica contro il “politicamente corretto”.
In questo panorama non mancano comunque le buone notizie, le pratiche che indicano una maggiore consapevolezza delle responsabilità del giornalismo. In particolare la vicenda Rosarno mette in evidenza una non trascurabile propensione all’approfondimento delle cause: al di là della nuda cronaca degli eventi, numerose testate hanno scelto di caratterizzarsi e differenziarsi nell’indagine sui motivi che hanno portato alla rivolta.
Per commentare i dati della ricerca sono interventi Laura Boldrini, portavoce dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr), Elio Donno consigliere dell’Ordine dei giornalisti, Roberto Natale presidente della Fnsi e vari direttori di testate .
”Come vengono protette dalla stampa le identità dei pentiti di mafia e dei bambini, così dovrebbero essere protette anche quelle dei rifugiati” ha affermato Laura Boldrini dopo aver ricordato come la citazione, in un articolo, del nome di tre rifugiati eritrei in Italia abbia provocato rappresaglie sulle loro famiglie nel Paese d'origine.