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"Caso Feltri"/ Ghirra: rispettare la verità, conoscere la legge

15/11/2010
In questi giorni, dopo la decisione del Consiglio nazionale dell'Ordine di sanzionare il collega Vittorio Feltri con tre mesi di sospensione, sono stati diffusi commenti e fatte affermazioni che hanno bisogno di un chiarimento. Giancarlo Ghirra, segretario del Cnog, offre a chi vuole riflettere in maniera serena gli elementi che seguono:
 
"La sospensione di Vittorio Feltri ha suscitato un dibattito molto interessante sul ruolo dell'Ordine nel quale emergono però inesattezze e vere e proprie falsificazioni. E' dunque necessario fare i giornalisti, tornare al rispetto della verità sostanziale dei fatti.
Il Consiglio nazionale non agisce in base a capricci, passioni politiche o simpatie personali. Ha l'obbligo di far rispettare la legge istitutiva dell'Ordine, approvata dal Parlamento su proposta del ministro della Giustizia Guido Gonella nel 1963, in era repubblicana.
Non si tratta insomma, dal punto di vista della correttezza storica, di una legge fascista.
Fra i tanti interventi anche di parlamentari c'è chi sostiene che sarebbe stato meglio sanzionare Feltri con una multa, ma non sa - e i giornalisti devono invece documentarsi prima di scrivere - che i Consigli, regionali o nazionale, non possono inventare sanzioni. La legge prevede soltanto avvertimento, censura, sospensione, radiazione. Non c’è alcuna possibilità di infliggere una sanzione pecuniaria e tanto meno di commutare una qualsiasi di quelle previste in una multa.
Né è possibile deliberare amnistie, indulti, pene alternative. Le decisioni riguardano singoli specifici casi, fatti, non opinioni.
L'Ordine è stato impegnato duramente, e continuerà a esserlo, nelle battaglie contro qualsiasi tentativo di imporre bavagli o limitazioni alla libertà dell'informazione. Non ha alcuna intenzione di impedire a nessun cittadino italiano la possibilità di manifestare il suo pensiero con parole e scritti. E per fortuna nessuno può riuscirci in un'Italia nella quale la Costituzione ha resistito e resiste ai tentativi di forzare le sue norme fondamentali.
L'Ordine si limita a sanzionare, arrivando purtroppo anche alla sospensione dall'esercizio della professione quanti violano le norme etiche e deontologiche alla base dell'attività dei giornalisti.
Chi pubblica una notizia falsa, chi fabbrica falsi, chi non rettifica le inesattezze ingannando così i suoi lettori, viene sanzionato.
Sono stati avvertiti, censurati o sospesi colleghi di giornali delle più diverse tendenze politiche. Soltanto la mala fede, o l'ignoranza (si consulti il massimario delle sentenze, leggibile nel sito old.odg.it ) possono far pensare a decisioni politiche.
I giornalisti hanno un solo dovere: il rispetto della verità, e chi viola questa norma (si legga l'esemplare articolo 2 della legge del 1963) deve essere sanzionato. Lo sanno i praticanti che in queste settimane stanno studiando per gli esami del 6 dicembre nella sede dell'Ordine. Dispiace che tanti direttori responsabili lo ignorino.
Deve essere insomma chiaro che in nessun caso le decisioni dell'Ordine vengono prese con discrezionalità dai Consiglieri, chiamati a decidere solo ed esclusivamente in base a leggi dello Stato, norme e regolamenti approvati dal ministero della Giustizia. In particolare, per quanto riguarda il comportamento dei giornalisti, è bene ricordare che l'Ordine vigila anche sulla corretta applicazione di Codici deontologici che riguardano lo svolgimento della nostra professione e i minori, l'informazione economica, l'uso dei sondaggi,l'informazione e la pubblicità, l'informazione e la malattia, l'informazione e gli stranieri, la rappresentazione delle vicende giudiziarie nelle trasmissioni televisive, l'informazione e lo sport. Tutto questo si trova sul sito dell'Ordine nazionale, e chiunque la richieda può ricevere la Carta dei doveri del giornalista.
Invece che lasciarsi andare a giudizi superficiali o a intimidazioni e minacce di scioglimento, sarebbe auspicabile che autorevoli giornalisti e parlamentari si impegnassero a garantire rapidamente con una legge la riforma radicale di un Ordine che deve diventare più moderno, agile e incisivo a tutela dei cittadini, reali titolari del diritto a un'informazione corretta e veritiera".