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CASO SOPAF-INPGI: IL CNOG NON È UN ORGANISMO FANTOCCIO

16/04/2015
Con un comunicato (diffuso a piene mani per ogni sito possibile) alcuni membri del Cda dell'Inpgi scelgono la strada di un attacco personale al presidente e al segretario del Cnog, con espressioni che li qualificano e che documentano una evidente irritazione perché non sono abituati a confrontarsi, ma a imporre le loro verità chiedendo atti di fede. 
Siamo, evidentemente, responsabili di "lesa maestà" e di esserci rifiutati di obbedire tacendo, scegliendo invece, assieme al Consiglio nazionale dell'Odg, di dare voce alle preoccupazioni di migliaia di giornalisti.
Mai in nessuna presa di posizione erano stati fatti da parte dell'Odg nomi di colleghi impegnati nell'Inpgi. Mai.
I firmatari lo fanno e - dimenticando che le "casse" come l'Inpgi esistono perché hanno alle spalle un Ordine o un collegio professionale - si spingono oltre, con un'idea evidentemente proprietaria degli organismi, attribuendo a noi la scelta di presentare la richiesta di costituzione di parte civile. La decisione è stata presa dal Cnog con 4 astensioni e 106 voti favorevoli. Nessuno dei consiglieri ha espresso voto contrario né alcuno ha manifestato perplessità sulla iniziativa. 
Il Cnog non è un organismo fantoccio, ma il rappresentante massimo di tutti i giornalisti italiani che hanno il diritto di conoscere tutto quanto ruota attorno alle operazioni della rinomata ditta Magnoni. Questa, secondo la Procura di Milano e il Gip, non si è comportata correttamente, tanto che i suoi titolari hanno ammesso le loro responsabilità, dichiarandosi disponibili ad una pesante condanna con il patteggiamento, e lo stesso Inpgi, nonostante la demagogia di certe affermazioni, ha ritenuto di essere presente in giudizio come "parte offesa". L'Enpam, l'ente previdenziale dei medici, che si trova nelle stesse condizioni dell'Inpgi, ha scelto immediatamente di costituirsi parte civile per dare il netto segnale di una presa di distanza dalla rinomata ditta Magnoni. L'Enpam si è ben guardata dall'attaccare l'Ordine dei medici di Milano che, al pari dell'Odg, aveva presentato richiesta di costituzione di parte civile. Uno stile ben diverso e fortemente qualificante per tutti.
Non c'è nel Cnog un burattinaio, più o meno lautamente compensato, né un vice burattinaio. È un organismo che vive di confronto e pubblica le sue decisioni, tutte, sul sito ufficiale. Tutte, come è doveroso fare.
I membri del Cda dell'Inpgi, firmatari del comunicato, rivendicano correttezza e trasparenza in tutta la gestione della vicenda Sopaf. Non avranno, dunque, difficoltà a rispondere a qualche domanda e a rendere pubblici atti che non sono mai stati forniti almeno ad alcuni dei sindaci. 
Ne abbiamo, non da oggi, posto alcune. Fin dalla riunione del consiglio generale dell'Inpgi, il 27 novembre, alla quale il presidente del Cnog partecipa nella qualità. Nessuno si è mai degnato di rispondere. Una esemplare testimonianza di trasparenza e, al tempo stesso, la prova, questa sì, di una arroganza troppo a lungo tollerata con l'unica speranza di non esasperare i rapporti tra organismi della categoria.
La scelta dei firmatari di questo documento impone all'Odg di porre pubblicamente nei prossimi giorni alcuni quesiti. Nel nome della reclamata correttezza e trasparenza finalmente arriveranno chiare risposte senza alibi né reticenze.
Le risposte che verranno o i silenzi che permarranno, in aggiunta alla conclusione delle altre indagini in corso, stabiliranno se qualcuno e chi sarà delegittimato. Non era mai accaduto prima che una richiesta di giustizia rivolta ai magistrati fosse considerata un tentativo di delegittimazione. È un primato del quale i firmatari del documento potranno essere orgogliosi.
Enzo Iacopino e Paolo Pirovano