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Codice della Privacy, il Garante ritira la bozza

02/04/2014
Il Presidente dell’Autorità Garante per la Protezione dei dati personali, onorevole Antonello Soro, ha ritirato la bozza del nuovo Codice della Privacy per i giornalisti, che avrebbe limitato il diritto di cronaca alla “essenzialità dell’informazione”.
L’Odg, a più riprese, durante il confronto tra le delegazioni, fin dal settembre 2013, aveva fatto presente al Garante l’impossibilità di accettare alcune modifiche che considerava limitative del diritto dei cittadini ad una informazione completa.
Contro l’ipotesi, in epoca più recente, era stata manifestata netta contrarietà da parte della Federazione Nazionale della Stampa e dell’Unione nazionale cronisti italiani.
L’Odg, doverosamente, ha atteso la proposta conclusiva sulla quale, come era stato anticipato, si sarebbe pronunciato il Consiglio nazionale che, al termine del dibattito, ha inviato al Garante alcune riflessioni per cancellare ambiguità sull’autonomia professionale dei giornalisti e, soprattutto, sul diritto dei cittadini ad essere informati correttamente.
Il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti ha sottolineato criticità su “alcuni aspetti relativi al principio di lealtà, alla tutela dell’identità personale, al diritto all’oblio, alla diffusione delle immagini, alla cronaca giudiziaria, agli atti del procedimento e mezzi di ricerca della prova, agli archivi personali e alle banche dati di uso redazionale”.
Antonello Soro, in una lettera indirizzata al Presidente nazionale dell’Ordine dei Giornalisti Enzo Iacopino, scrive: “Le determinazioni del Consiglio nazionale dell’Ordine sono, a mio parere, frutto di una lettura del testo non in linea con le riflessioni e i chiarimenti formulati nei nostri incontri e di fatto non colgono l’opportunità di un adeguamento delle norme che regolano la professione giornalistica attraverso un confronto, piuttosto che mediante interventi autoritativi esterni, eventualmente realizzati dal legislatore”.
Resta la disponibilità dell’Ordine per un confronto su aspetti che possono essere definiti senza che ciò comporti di fatto una limitazione dei diritti dei cittadini.