L’abolizione delle agevolazioni nelle tariffe postali è un “pasticciaccio” che colpisce indistintamente tutti i settori dell'editoria e mette in ginocchio i periodici.
Il settimanale “L’Azione” di Fabriano ha svolto un’inchiesta sugli effetti del decreto governativo che “sospende” le agevolazioni per la spedizione in abbonamento postale. Il giornale cattolico marchigiano (che sta per festeggiare i cento anni di attività) ha sentito diversi pareri fra i quali quello del Presidente dell’Ordine dei giornalisti delle Marche, Gianni Rossetti, che di seguito riportiamo:
Un colpo mortale per l’informazione locale, per la cosiddetta editoria minore e soprattutto per la stampa del “Terzo settore”. Dal primo aprile (purtroppo non è stato un pesce d’aprile) sono state sospese (sarebbe meglio dire abolite) le agevolazioni per la spedizione in abbonamento postale. I piccoli editori, Enti, Associazioni e organizzazioni che pubblicano giornali, notiziari o bollettini, hanno avuto, dall’oggi al domani, un aumento secco dei costi di spedizione del 120%. Per la stampa del terzo settore, quella delle organizzazioni “no profit”, la spedizione del giornale costa addirittura il 500% in più.
Molti hanno chiuso; tanti altri sono su quella strada. Con un decreto si spengono in un baleno tante “voci”. A noi la definizione di “stampa minore” non piace. Parliamo di un mondo settoriale, limitato nella diffusione, spesso specialistico; ma si tratta di una realtà viva, pulsante, fantasiosa, propositiva e purtroppo anche anonima e sconosciuta. Forse per questo è più facile calpestarla. E – purtroppo – non abbiamo sentito molte voci a difesa. La loro scomparsa non fa notizia.
Nelle Marche l’Ordine dei giornalisti ha censito circa 550 testate; giornali che nascono, crescono e si sviluppano per l’intraprendenza di Associazioni o singoli. Spesso vivono di volontariato; sono testimonianza, storia e memoria di una popolazione e di un territorio; fanno arrivare “la voce di chi non ha voce”.
L’abolizione delle agevolazioni nelle tariffe postali è un provvedimento sbagliato e inaccettabile. Un ulteriore attacco alla libertà di stampa. Un “pasticciaccio” che non ha nulla a che vedere con una politica di riforme. I tagli colpiscono indistintamente tutti i settori dell'editoria; mettono in ginocchio soprattutto i periodici; c’è il rischio reale di cancellazione di tante attività editoriali; pesantemente colpita tutta l'editoria no profit, protagonista di un'attività di informazione sociale e culturale che rende un servizio incalcolabile alla convivenza civile.
Nella battaglia a difesa di queste tante, piccole “voci” vorremmo avere al nostro fianco anche quei paladini della libertà d’informazione che si mobilitano e sbraitano quando si mettono in discussione diritti (che a volte, però, diventano privilegi) di qualche strapagato conduttore televisivo. Ma forse è chiedere troppo…