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Comunicato dell’Ordine nazionale dei giornalisti sulle osservazioni al decreto Siliquini

24/02/2006

Il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti ha accolto con grande sorpresa e vivo disappunto le osservazioni del Consiglio di Stato sul decreto del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca che modifica l’accesso ad alcune professioni, tra cui quella di giornalista professionista. 
Da molti anni, ormai, l’Ordine e la Federazione nazionale della stampa si battono per una profonda riforma dell’accesso. La richiesta nasce dalla necessità di avere giornalisti più preparati in una professione il cui esercizio è sempre più complesso. Da una parte il diploma di scuola media secondaria previsto dalla legge 69/63 risulta inadeguato. Dall’altra il praticantato tradizionale in azienda si rivela sempre più insufficiente a dare una formazione tecnico-professionale rispondente alle nuove caratteristiche e diversificazioni dell’informazione. 
Proprio per queste ragioni Ordine e Federazione della stampa hanno individuato in una laurea di primo livello e in un master biennale o una laurea specialistica il percorso formativo capace di fornire una più alta preparazione a chi si affaccia alla professione giornalistica.
Per lungo tempo il Legislatore, nonostante le molte sollecitazioni, è rimasto inerte mentre il governo prima ha escluso che si potesse intervenire  con un decreto sulla base dell’art. 1 comma 18 della legge 4/99 e poi ha deciso con molto ritardo di utilizzare lo strumento regolamentare. Ora il processo riformatore trova un ulteriore ostacolo nelle obiezioni del Consiglio di Stato. Esse contraddicono il parere emesso dallo stesso Organismo nel 2001 e secondo il quale l’esame di idoneità professionale per l’iscrizione all’Albo dei giornalisti-elenco professionisti era da considerarsi un esame di Stato e quindi il Miur poteva regolamentarlo con un proprio decreto. 
Il Consiglio nazionale auspica vivamente che il Consiglio di Stato, sulla base delle controdeduzioni del Miur, voglia esprimere un parere positivo sul testo al quale Ministero e Ordini professionali hanno lavorato per più di un anno e si possa finalmente avviare un processo riformatore non più rinviabile.