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Condanna di tre cronisti: la solidarietà dell'Ordine

20/01/2014
Tre condanne senza senso. La notizia della condanna dei tre cronisti di giudiziaria delle maggiori testate cittadine (Repubblica, Resto del Carlino, Corriere della Sera) per <pubblicazione arbitraria di atti di un procedimento penale> lascia letteralmente sconcertati. Per i tempi, per i contenuti e per la logica che dovrebbe sottendere a un provvedimento che, seppure contenuto nella sostanza (un’ammenda di soli 129 euro a testa), non è comprensibile. Nè ai lettori, nè agli addetti ai lavori.
I fatti risalgono a quasi tre anni fa, ma la ‘dura punizione’ arriva solo ora quando già la vicenda è stata raccontata in lungo e in largo. I giornalisti condannati non si sono certo inventati la notizia dell’apertura delle indagini sui due fratelli Errani per la vicenda Terremerse. E’ certo che qualcuno gliel’ha rivelata. Ci auguriamo dunque che la Procura così solerte nel perseguire i giornalisti per aver svolto bene il loro mestiere, lo sia stata altrettanto nel ricercare la fonte che ha indotto la fuga di notizie. Tre anni di tempo dovrebbero essere stati più che sufficienti.
In ogni caso, l’attribuzione di reato di <pubblicazione arbitraria> non è giustificata di fronte al diritto-dovere del giornalista, una volta che ne sia entrato in possesso, di informare i propri lettori su una notizia che aveva un indiscutibile carattere di interesse pubblico. E non facciamo (o non dovremmo mai fare) distinzione tra il ‘”potente di turno e il povero cristo’’. Non risulta che il presidente della Regione si sia lamentato per l’uscita della notizia, la Magistratura sì, seppure con i suoi tempi: tre anni!
Va da sé che il Consiglio dell’Ordine dei giornalisti dell’Emilia-Romagna è interamente solidale con i colleghi ingiustamente condannati da un provvedimento che ha ben pochi precedenti e sarà sempre al fianco dei giornalisti nelle battaglie per la libertà di stampa.
Il Consiglio dell’Ordine Giornalisti dell’Emilia-Romagna