Editore:
Amazon (2013), pag.162, Euro 15,00
Non è un amarcord, ma una serie di appunti storici di chi c’era al “Corriere della Sera” (a Milano, in Via Solferino 28), con storiche direzioni, come quelle di Alfio Russo, di Giovanni Spadolini e di Piero Ottone. Vent’anni di storia italiana e di storia del giornalismo e, soprattutto, del suo cambiamento nel farlo.
La spiegazione del perché di questi appunti è nella parte finale del libro. Scrive de Felice: “Un giornale è una entità vivente, che respira, che si emoziona, che si affeziona, che aiuta, che confessa, che racconta, che sta sotto la pelle di chi lo legge tutti i giorni ed è figlio o nipote di genitori o di nonni che lo leggevano ogni giorno. E lo resterà anche quando avrà forma di un tablet, di un telefonino o di chissà quale ancora impensabile diavoleria”.
Gianni de Felice è stato inviato speciale del “Corriere della Sera” e Condirettore della “Gazzetta dello Sport”; Premio Saint Vincent 1970, è Autore di “Dossier Argentina” (1978) e “Male detti giornalisti” (1992).