Vittorio Emiliani ripercorre, in forma narrativa, la difficile storia del nostro Paese negli anni ’70 e ’80 del secolo scorso, vista dal giornale più antico e allora più diffuso di Roma. Protagonista (a sua volta) di una svolta radicale al tempo della legge e del successivo referendum sul divorzio.
Sono gli anni “di piombo” che – tuttavia – non riescono a spegnere, anzi suscitano (per reazione) la passione e l’impegno riformatore dei cittadini, dei movimenti, dei partiti, degli stessi giornalisti e dei media. Mentre si mantiene forte nelle fabbriche l’impegno dei sindacati.
Emiliani, inviato dal 1974 alla fine del 1979, e direttore del “Messaggero” dal 1980 al 1987, racconta – anche da sindacalista dei giornalisti, nel contesto nazionale e romano – le vicende di un giornale e di una redazione che, come altre di quegli anni, si è battuta per la propria autonomia politica e professionale, con dignità e coraggio.
Una cronaca animata di Roma e dell’Italia, vista con occhi laici da un osservatorio speciale davanti al quale passano, oltre a violenze, attentati e omicidi, il risanamento delle borgate abusive, l’invenzione dell’Estate romana, i primi consistenti successi dell’ambientalismo.
Una biografia collettiva, con tanti personaggi, percorsa da una forte carica di autonomia professionale e sindacale vissuta, tra l’altro, nei congressi della FNSI di Rimini, di Pescara, di Bari. Non a caso il libro è dedicato a “Piero Agostini, Enzo Forcella, Paolo Murialdi e a quanti si sono battuti e si battono per la dignità di questo nostro mestiere”.