Il Gruppo Informazione e minori dell'Ordine nazionale dei giornalisti ha incontrato il 4 e 5 giugno 2008 a Bruxelles i capi delegazione italiani delle varie forze politiche presenti nel Parlamento europeo. Obiettivo, la presentazione della "Carta di Treviso" aggiornata, pubblicata e tradotta in inglese nella serie “Quaderni" dell'Ordine, con l'auspicio di indicarla come punto di riferimento per una eventuale Carta europea su informazione e minori. Dal momento di confronto con i parlamentari europei sono emerse diverse proposte in tal senso.
La delegazione dell'Ordine nazionale dei giornalisti, guidata dal vicepresidente nazionale Enrico Paissan, era formata dal coordinatore del gruppo di lavoro Cosimo Bruno e dai consiglieri nazionali Laura Cancellieri, Gabriele Cappato, Franco Elisei e Remo Pecorara. Nel corso dei due giorni a Bruxelles il gruppo dei giornalisti ha avuto modo di incontrare grazie anche alla puntuale organizzazione della dottoressa Manuela Conte, funzionario del Parlamento europeo, gli onorevoli Gianluca Susta, capo delegazione del Pd nell'Alde, Roberta Angelilli, capo delegazione An, Gianni Pittella capo delegazione italiana al Pse, Iles Braghetto capo delegazione Udc, Mario Mauro vicepresidente del parlamento europeo, Roberto Musacchio capo delegazione di Rifondazione comunista e Stefano Zappalà, capo delegazione di Forza Italia nella PPE.
Il riscontro e l'attenzione ricevuti a Bruxelles fanno ben sperare. I capi delegazione italiani al Parlamento europeo hanno indicato vari percorsi e possibilità, sottolineando, in modo particolare, l'interesse degli Stati membri verso forme di autoregolamentazione non solo astratte ma vincolanti. Soprattutto nel settore dei più moderni mezzi di comunicazione utilizzati dai minori. Ed è emersa l'esistenza di una base giuridica che può permettere di acquisire su base europea proprio la "Carta di Treviso" in grado di rappresentare un livello di base condiviso per individuare regole universalmente riconosciute. In altre parole la "Carta" dell'Ordine dei giornalisti italiani può assumere una dimensione europea, fornire un contributo importante, se non addirittura la base per una Carta Europea su informazione e minori.