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DDL ALFANO/Del Boca: ogni censura è disdicevole

23/02/2010
"Dopo mesi 'in sonno', torna lo spauracchio del bavaglio per i giornalisti che si occupano di questioni giudiziarie". Lo afferma il presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti Lorenzo Del Boca.
"Le dichiarazioni del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi hanno impresso un’accelerazione all’iter della legge che disciplina l’utilizzo di intercettazioni telefoniche e ne vieta (di fatto) la pubblicazione sugli organi di stampa.
Il mondo dell’informazione - prosegue Del Boca - deve mostrarsi più responsabile nella divulgazione di testi che compaiono nei brogliacci della polizia giudiziaria, ma che poco significato hanno in rapporto alle vicende di cui si parla. Tuttavia, il senso di responsabilità della categoria (che deve crescere) non aumenta con l’imposizione di una legge che vieta “tout court” l’accesso alle fonti d’informazione e che si configura nei fatti come una disdicevole censura preventiva.
Se il cosiddetto ddl Alfano fosse in vigore, le cronache che sono state proposte ai cittadini in questi mesi sarebbero, in larga misura, vietate: dall’inchiesta sulle malefatte della clinica di Milano che moltiplicava i pazienti e inventava le malattie alle notizie sulla scandalo degli appalti del dopo-terremoto.
L’informazione è un bene prezioso che va difeso anche al prezzo di rinunciare alla difesa di qualche piccolo interesse personale: e la difesa più efficace consiste nell’assicurare ai giornalisti l’indipendenza e l’autonomia che sono il fondamento ineludibile della loro professione".