“Siamo soddisfatti perché c'è stato un recupero di dignità da parte del Senato. Dobbiamo dire grazie a chi ha votato affinché la legge fosse affossata''. Lo afferma
Enzo Iacopino, presidente dell'Ordine nazionale dei giornalisti, che ha seguito al Senato la votazione dell'aula che ha respinto, a scrutinio segreto, l'articolo 1 del ddl Sallusti, facendo decadere tutto il ddl.
“Questo ddl ormai e' morto - dice - resta tuttavia la preoccupazione per quanto previsto dalla legge vigente (la numero 47 del 1948, ndr) che ancora contiene la previsione del carcere da uno a sei anni per chi commette il reato di diffamazione a mezzo stampa per un fatto determinato”.
“Quella legge - sottolinea - é una brutta legge. Ci auguriamo ora che tra una legge per le banche ed una per le assicurazioni si faccia anche una legge per garantire il diritto ai cittadini di una informazione libera”.
In ogni caso, per Iacopino, "questa giornata fa riflettere sul fatto che c'è del buono anche in Parlamento: ci sono stati senatori che hanno acquisito la consapevolezza della vergogna che stavano per approvare e che hanno cambiato idea”.
DDL SALLUSTI: SIDDI, BENE SENATO, ASCOLTATO ALLARME FIEG-FNSI. RESTA NODO CARCERE CRONISTI, MA EVITATO RIMEDIO PEGGIORE DEL MALE
“La grande iniziativa unitaria di Fieg e Fnsi e di decine di associazioni ha consentito di evidenziare come si fosse arrivati a un punto di alto rischio per il nostro ordinamento, per la tutela della dignità delle persone e per l'esercizio etico di un giornalismo volto a garantire ai cittadini le verità delle notizie che non possono essere nascoste''. E' il commento di Franco Siddi, segretario della Federazione nazionale della stampa, alla bocciatura in Senato dell'articolo 1 del disegno di legge sulla diffamazione.
“Non si risolve il nodo del carcere per i giornalisti - sottolinea Siddi - visto che si torna verso la legge precedente, ma almeno si evita che il rimedio sia ingiusto e peggiore del male. La Fnsi ringrazia le autorità istituzionali, dalle quali aveva ricevuto, attraverso la seconda carica dello Stato, un appello alla riflessione, per la speculare riflessione fatta oggi dall'aula del Senato, che si é fermata su una proposta di legge ormai impraticabile. Resta aperta - ribadisce – la questione delle manette per il giornalismo e di un efficace ristoro immediato dei diffamati o danneggiati per errori di stampa. Il sindacato dei giornalisti continuerà perciò la propria azione civile permanente per una serena riforma che, bilanciando diritti fondamentali dei cittadini, garantisca, con l'esercizio della rettifica documentata da pubblicare nell'immediatezza della vicenda contestata e con l'introduzione del giurì per la lealtà dell'informazione, i rimedi più efficaci ai problemi emersi in queste tumultuose giornate”. (ANSA).