“Il disegno di legge sull’editoria che si vorrebbe migliorare corre il rischio di essere peggiorato”.E’ la dichiarazione del presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti Lorenzo Del Boca e del vicepresidente Enrico Paissan.“Perché un sito che si occupa di informazione dovrebbe operare in modo anarchico, senza regole e senza controlli e, soprattutto, sfuggendo alla responsabilità per le cose che pubblica?Non credo che possa interessare un sistema- Internet modello Al Quaeda che lancia messaggi dietro l’anonimato degli autori dei testi, offrendo poche possibilità di replica e mantenendosi all’oscuro dietro il paravento degli pseudonimi e degli anonimi. L’informazione è una cosa troppo seria per essere abbandonata a una malintesa libertà che facilmente diventa licenza.Non è chiaro perché gli onorevoli Marco Cappato e Maurizio Turco ritengano che l’Ordine dei giornalisti sia obsoleto e si preoccupi soltanto di proporre vincoli. In realtà, l’Ordine, per legge e per statuto, ha il compito di garantire un’informazione corretta, equilibrata e, soprattutto, rispettosa dei cittadini che hanno il diritto di essere informati. Se questo impegno risulta “obsoleto e vincolante” e, in ultima analisi, faticoso e insufficiente (cosa che gli stessi dirigenti dell’istituto non hanno difficoltà a riconoscere) dipende dal fatto che il Parlamento, pure più volte sollecitato, non affronta le modifiche legislative indispensabili per potere lavorare serenamente e efficacemente.Invece di sostenere modifiche inopportune al decreto sull’editoria, i deputati e i senatori meglio farebbero a razionalizzarne i contenuti, tenendo conto delle proposte di cui i giornalisti periodicamente – e finora inutilmente - si fanno promotori ”.