"E' davvero urgente un provvedimento che faccia chiarezza su quali sono i limiti non già dei giornalisti, ma dei magistrati. Non basta più richiamare genericamente la legge e fantasiose ipotesi di reato dimenticando i doveri che dalla Costituzione derivano ai giornalisti. Di questi doveri si è mostrato consapevole il vice presidente del Consiglio superiore della magistratura, Nicola Mancino, quando ha chiarito che un giornalista ha il dovere di pubblicare le notizie delle quali entra in possesso. A Palermo c'è chi non la pensa così e si spinge fino a ipotizzare per due giornalisti di Repubblica l'ipotesi di favoreggiamento. E' una ipotesi insultante per la storia professionale e personale di Francesco Viviano e Alessandra Ziniti; un'ipotesi insultante per tutti i giornalisti siciliani i quali hanno duramente pagato il loro impegno di civiltà contro la mafia; è una ipotesi insultante per l'intero Ordine dei giornalisti". E' questo il commento del presidente dell'Ordine, Lorenzo Del Boca, e del segretario, Enzo Iacopino, i quali chiedono al vice presidente del Csm Mancino un incontro urgente per capire che cosa sia possibile fare per evitare che, al di là delle intenzioni, "alcune iniziative di singoli magistrati ora a Potenza, ora a Napoli, ora a Palermo appaiano come il tentativo di mettere il bavaglio ai giornalisti impedendo loro di onorare il dovere di informare i cittadini".