"Il Senato della Repubblica ha perso la grande occasione di tutelare il diritto dei cittadini ad avere una informazione libera, rispettosa della verità e delle persone". Lo ha detto Enzo Iacopino, presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti, della legge sulla diffamazione approvata oggi dal Senato e che torna all'esame della Camera.
Il senato, ha sottolineato Iacopino "si è limitato, per non incorrere nelle sanzioni dell'Europa, ad eliminare il carcere per i giornalisti. Ma l'insieme delle norme mantiene tutto l'effetto intimidatorio con la previsione di una sanzione che può arrivare a 10.000 euro in caso di un errore. L'equivalente
del compenso di 1.000 o più articoli per migliaia di giornalisti".
"Come si tuteli in questo modo la libertà dell'informazione - ha continuato il presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti - è un mistero che solo le tortuosità della politica possono tentare di spiegare. Come si tuteli il diritto dei cittadini alla verità, prevedendo un obbligo di rettifica senza alcun commento da parte dell'autore dell'articolo, è un altro mistero: i ladri, i corrotti di turno, i mafiosi di ogni latitudine avranno la possibilità di suggestionare l'opinione pubblica con la loro ultima parola. Il giornalista dovrà tacere, limitandosi a fare da cassa di risonanza alla loro 'verità'.