Gli editori hanno depositato una lettera, sottoscritta dai rappresentanti di nove sigle, chiedendo sostanzialmente che siano rappresentanti tutti in seno alla commissione sull’equo compenso, che ha tenuto la sua prima riunione il 4 marzo.
Lo hanno fatto il 28 febbraio, alla vigilia della riunione per l’insediamento della commissione: 41 giorni dopo l’entrata in vigore della legge, 56 dopo la sua pubblicazione, 86 dopo l’approvazione delle norme.
Reclamano un parere interpretativo dell’articolo sulla composizione, fingendo di ignorare che in sede di esame parlamentare questo parere è stato già fornito. Non di interpretazione si tratta, quindi, ma di volontà autentica del legislatore.
La commissione Lavoro del Senato si era posto il problema della rappresentanza degli editori. In particolare, il senatore Bruno dell’Api aveva chiesto fosse inserita una norma sui piccoli editori. Ma nel corso del dibattito, facendo delle valutazioni, quell’emendamento fu ritirato dal proponente.
Un particolare ricordato dal presidente dell’Odg, Enzo Iacopino, accanto al quale c’erano i presidenti della Fnsi, Giovanni Rossi, e dell’Inpgi, Andrea Camporese.
Lo stesso sottosegretario alla Presidenza, Paolo Peluffo, che presiede la commissione, lo ha confermato aggiungendo che a suo avviso la norma è chiara: gli editori debbono avere un solo rappresentante. Peluffo, con il consenso di tutti, ha deciso di chiedere al Dipartimento affari giuridici della Presidenza del Consiglio un parere che, a suo dire, “verrà dato entro quindici giorni al massimo”
La volontà dilatoria degli editori è un insulto al Parlamento e un ulteriore tentativo di perpetuare la mortificazione di chi deve garantire ai cittadini il diritto all’informazione.
La legge non prevede un diritto di veto in capo ad alcuno dei componenti. Quindi, la commissione proseguirà i suoi lavori, acquisendo gli elementi che Rossi e Camporese, in particolare, si sono impegnati a fornire.
La commissione procederà ad alcune audizioni. Su proposta dell’Ordine sarà ascoltata la voce delle vittime principali di questo sfruttamento sfrenato. Saranno, infatti, convocati i rappresentanti dei Coordinamenti dei precari e dei free lance.