111.522 euro: è la somma che “Il Messaggero” dovrà versare al giornalista anconetano Marco Giuseppe Benarrivo, collaboratore fisso della testata per oltre cinque anni che ha vinto la causa nei confronti dell’editore. La condanna al risarcimento è stata infatti confermata anche dalla Corte d’appello del capoluogo marchigiano. "Gli schiavi vincono: fategli causa", è il commento di Enzo Iacopino, presidente nazionale dell'Ordine dei giornalisti, da tempo impegnato nella battaglia per l'equo compenso di collaboratori e freelance.
”Fate valere i vostri diritti - afferma Iacopino - perchè le sentenze sono chiare. In appello vengono confermate tutte le decisioni del Tribunale, con l’aggiunta della regolarizzazione contributiva del rapporto”.
Marco Giuseppe Benarrivo aveva fatto causa alla testata per richiedere il compenso dovuto ai collaboratori fissi come da contratto nazionale, che non gli era mai stato corrisposto. Così dopo cinque anni e mezzo di lavoro sono state pronunciate le due sentenze di condanna per "Il Messaggero".
L’appello non ha solo confermato: ha infatti anche aggiunto altri 7.000 euro di spese a carico della testata. Per avere i suoi soldi, Benarrivo ha dovuto pignorare la redazione del giornale che si trova in via del Tritone a Roma. Solo a quel punto, “Il Messaggero” – che aveva chiesto una sospensiva che è stata respinta – gli ha versato 50.000 euro ed ha depositato una fideiussione per la parte restante della somma (in attesa della definizione del ricorso in Cassazione che non valuta il merito).