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Famiglia Cristiana, continua la protesta: la mozione approvata dall’assemblea dei giornalisti

05/07/2017
L’intera assemblea dei giornalisti laici della Periodici San Paolo, che pubblica le testate Famiglia Cristiana, Credere e Jesus, ha proclamato uno sciopero dal 29 giugno al 3 luglio. Si è trattato di una decisione molto grave, che ha pochissimi precedenti nella lunga storia dei nostri giornali.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la disdetta, con atto unilaterale, da parte dell’azienda, di tutti gli integrativi aziendali di giornalisti e impiegati e di tutti gli altri accordi firmati nel corso degli anni.
La decisione di proclamare lo sciopero, tuttavia, è una risposta che va oltre quest’atto, pur dirompente, dell’azienda e ha a che fare con la preoccupazione non per il mantenimento di inesistenti privilegi, ma per la difesa del nostro futuro, dei nostri posti di lavoro, delle nostre famiglie e per assicurare la qualità dei prodotti, cartacei e online, sempre più minacciata.
Da tempo, ormai, denunciamo un progressivo deterioramento dei rapporti con i vertici aziendali; osserviamo preoccupati l’accentramento di poteri e funzioni nelle mani di pochi, se non di uno solo; lamentiamo la pressoché totale assenza di progetti e investimenti per il futuro che impoverirà la presenza e l’autorevolezza di Famiglia Cristiana e delle altre testate del gruppo San Paolo, punti di riferimento da decenni per la Chiesa e la società italiane.
Tutti noi abbiamo ben presente la situazione difficile in cui versano l’azienda e il comparto editoriale in Italia e per questo, senza tema di smentita, abbiamo dimostrato in questi anni massima disponibilità a collaborare, fare pesanti sacrifici anche economici (due anni di contratto di solidarietà al 30% e due anni di Cassa integrazione al 22-23%) e dialogare con i vertici aziendali al fine di poter proseguire il nostro lavoro al servizio dei lettori e del Paese.
Non possiamo fare a meno di osservare, però, che, a fronte di una crisi che ha investito tutto il mondo dell’editoria, altre aziende l’hanno affrontata non solo con i tagli – sui costi e sul personale – ma avviando nuove iniziative, rivitalizzando i prodotti e lanciando nuovi modi di fare comunicazione sul territorio.
Pertanto, l’assemblea dei giornalisti della Periodici San Paolo all’unanimità:
- proclama lo stato di agitazione;
- affida al Comitato di Redazione (CdR) un ulteriore pacchetto di 12 giorni di sciopero che vanno ad aggiungersi ai 12 già approvati (all’unanimità) dalla precedente assemblea del 1° marzo 2017;
- rinnova al CdR la delega piena a mettere in atto in qualsiasi momento tutte le azioni di lotta e di protesta che riterrà opportune.
Nel caso in cui l’azienda dimostrasse, nei fatti e non solo a parole, una reale volontà di apertura e di dialogo, l’assemblea dei giornalisti dà mandato al CdR di avviare immediatamente una trattativa.
Approvato all’unanimità.