Editore:
Aragno-La Stampa (2011), pag.266, Euro 9,90
Luciana Frassati (1902-2007) ha dedicato gran parte della vita alla memoria del padre Alfredo e del fratello Pier Giorgio. Ad Alfredo Frassati erige un “monumento” in sei volumi: “Un uomo, un giornale”, dal quale è tratto questo libro. Sulla breve ma straordinaria esistenza di Pier Giorgio, il primo beato della Torino laica, ha scritto dieci libri (il più noto è “Una vita mai spenta”, con prefazione di Giovanni Papini).
Alfredo Frassati (1868-1961), giornalista, senatore, ambasciatore di Giolitti a Berlino, membro dell’Assemblea costituente, è stato un protagonista dell’informazione e della politica nell’Italia della prima metà del Novecento. “La Stampa” fu il suo capolavoro; fu una scuola, vivaio nazionale di grandi firme, dotata fin dall’inizio di mezzi tecnici e criteri di diffusione all’avanguardia.
Frassati fu tra i pionieri del moderno giornalismo italiano, accanto a Luigi Albertini e ad Alberto Bergamini. Fu sempre guidato da un assoluto senso morale, rispettoso dei fatti come delle opinioni altrui, difensore della libertà e dei diritti dei lavoratori; antifascista, fu costretto dal regime a lasciare il giornale.
Il 1° novembre 1902 Frassati, a proposito dello scandalo per l’appalto della ferrovia Patti-Gerda, scrisse a Edoardo Arbib (uno dei Mille garibaldini), responsabile della redazione romana de “La Stampa”, i propri concetti sulla missione del giornalismo: «Esso deve riferire tutto, le ragioni degli uni, come quelle degli altri, imparzialmente, serenamente… Il giornale avrebbe potuto non commentare, ma rifiutarsi di pubblicare no, perché non ha mai partito preso. Così scriva pure del Luzzatti, con garbo come sa fare lei; ma scriva pure: vuol dire che se il Luzzatti replicherà io pubblicherò. “La Stampa” deve essere la tribuna, da cui ogni voce può farsi sentire. Io credo mio dovere sottoporre al pubblico quanti più elementi di giudizio posso: è mio dovere esprimere la mia convinzione, ma non togliendo al pubblico la possibilità di farsene un’altra coi documenti alla mano. Dunque scriva pure sempre e liberamente…».