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Giornali e contributi

23/09/2010
Una analisi di Frédéric Filloux che ha incrociato i dati di una ricerca sul numero di addetti, produzione e diffusione dei quotidiani nei paesi dell’Ocse.

C’ è un eccesso di giornalisti nella stampa quotidiana? E, se sì, come cambia questo sovrappiù da paese a paese? E che peso hanno i contributi pubblici sull’economia dei quotidiani? Isdi.it ha pubblicato una classifica realizzata da Frédéric Filloux incrociando i dati di una recente Ricerca su Evolution of News and the Internet relativi a numero di addetti, produzione e diffusione dei quotidiani nei paesi dell’Ocse.
In Italia ci sono 127 giornalisti per 100.000 copie e 88 copie vendute per 1.000 abitanti, contro i 136 giornalisti per 100.000 copie e le 440 copie vendute per 1.000 abitanti in Norvegia. L’Italia è all’ultimo posto fra i sette maggiori paesi dell’Ocse. Al di là della situazione eccezionale del Giappone (41 giornalisti per 100.000 copie e 402 copie vendute per 1.000 abitanti), la situazione migliore è quella della Svezia e della Norvegia. L’ Italia ha invece i dati peggiori: relativamente pochi giornalisti per il più basso bacino di lettori.
In Francia il numero dei giornalisti è triplicato in due generazioni, mentre il numero di copie vendute per 1.000 abitanti è sceso del 66%, da 320 a circa 120 per 1.000 abitanti. Frédéric Filloux ritiene che troppi contributi comportino bassi profitti operativi e calo di lettori: “Italia e Francia ne sono un perfetto esempio. Paragonata alla Svezia, l’ Italia ha 4 volte meno lettori per 1.000 abitanti, ma 12 volte più contributi per lettore”.
 
“E per quanto riguarda la Francia, i numeri sono leggermente migliori: 3 volte meno lettori e 5 volte più sussidi diretti (secondo una stima prudente, il 10% del reddito dei quotidiani francesi proviene dal sostegno pubblico”)”
 
• Per leggere il testo integrale vai su http://www.lsdi.it/2010/07/24/troppi-giornalisti-nei-quotidiani/