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Giornalismo in lutto, è morto Sergio Borsi

23/03/2015
E’ morto a Milano all’età di 79 anni il giornalista Sergio Borsi. Nella sua lunga carriera ha lavorato per il Popolo, per l’Ansa, per la Rai ed è stato segretario della Federazione Nazionale della Stampa Italiana e Consigliere nazionale dell’Ordine dei giornalisti. Da componente del Comitato tecnico scientifico del Cnog si è occupato dell’azione di vigilanza più incisiva sui Master di giornalismo. E’ stato anche direttore dell’Eco di Bergamo dal 1996 al 2000.
La sua carriera cominciò ad inizio degli anni Sessanta nelle Acli, che realizzavano il settimanale di Milano. Poi Aldo Moro volle fare la redazione milanese del quotidiano della Democrazia Cristiana e così Borsi venne chiamato a “Il Popolo”. La redazione ebbe vita breve e Borsi passò all’Ansa prima di approdare ad Avvenire, quindi alla Rai di Milano, dove conduceva “Buongiorno Milano” e  “Il Gazzettino Padano” e poi nelle sedi di Roma e di Torino.  Nel periodo in cui fu responsabile del centro di produzione piemontese videro la luce programmi come “Leonardo”, il quotidiano scientifico, e “Ambiente Italia”.
L’ultima esperienza è stata quella di direttore de “L’Eco di Bergamo” dove, nel 1996, Borsi è l’artefice di una rivoluzione locale. Al suo arrivo commissiona infatti un sondaggio da cui emerge che il 63 per cento dei bergamaschi legge soltanto L’Eco.
Decide, quindi, di realizzare per i lettori un giornale completo, locale ma di respiro nazionale con approfondimenti, articoli anche su fatti internazionali con corrispondenze anche da Parigi, Mosca, New York.
La scomparsa di Borsi è un immenso lutto per il giornalismo italiano e per il sindacato. Ecco una sua riflessione di qualche anno fa, che ancora oggi risulta attuale: «A che punto è la formazione culturale nel nostro Paese? Incidono di più la televisione e Internet o la scuola? E la famiglia che parte assume? È un discorso di educazione al quale anche la stampa partecipa. La tendenza a gridare i titoli, che spesso non corrispondono al senso degli articoli, di certo non rende un buon servizio al futuro del giornalismo. Fa vendere un po’ di copie in più nell’oggi. Si avverte troppo questa necessità dello scoop, dello stupire il pubblico. Pericoloso».
I funerali verranno celebrati il 25 marzo alle ore 11 presso la Chiesa dei Santi Giovanni e Paolo in via Catone 10 a Milano.