Lionello Bianchi, 77 anni, milanese doc, nipote di Leone Boccali, si è spento nella giornata di sabato 11 ottobre vinto da una malattia che aveva messo a dura prova la sua fibra d’acciaio. Giornalista da sempre, Lionello aveva avuto come scuola insuperabile la strada e nel settore dello sport la sua strada erano la frequentazione assidua dello stadio, degli spogliatoi di Milanello e Appiano Gentile e il contatto diretto, quotidiano con presidenti, direttori sportivi, arbitri. Impossibile sottrarsi alle sue telefonate. La sua agenda era un pozzo senza fine, piena di indirizzi e recapiti telefonici.
Per molti giovanissimi cronisti, fu una sorta di Virgilio, capace di guidarli durante il faticoso praticantato con una generosità ineguagliabile. Si è occupato di calcio e non solo, di ciclismo, di boxe, di atletica senza dimenticare la sua formazione, la collaborazione con l’agenzia milanese dell’Ansa: la notizia era insomma il suo pane quotidiano.
Le tappe fondamentali della carriera furono: nei primi anni settanta l’assunzione alla redazione sportiva de l’Avvenire, poi il passaggio a Stadio che nel ’77 confluì nel Corriere dello Sport diretto da Giorgio Tosatti, infine la chiamata de il Giorno a metà degli anni ottanta. Fu l'allenatore del Milan Nereo Rocco a confezionargli il soprannome di “Professore” avendo appreso che Lionello aggiungeva all’attività di cronista quella d'insegnante di sostegno, offrendo ripetizioni di latino e greco. Cacciatore di scoop, ne firmò parecchi frequentando i saloni dell’hotel Gallia e Hilton, che erano all’epoca gli alberghi dove si trovavano presidenti e direttori sportivi impegnati nelle trattative di calcio mercato.