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GIORNALISTI PRECARI COME CAMORRISTI? IL SINDACO DI NAPOLI CI DICA COSA NE PENSA

17/01/2012
NAPOLI - Una notizia e due furiosi attacchi: il primo ad un giornale e ad un suo stimato collaboratore, il secondo verso l'intera categoria dei precari. Accade a Napoli, protagonista il sindaco Luigi de Magistris e un componente del suo staff comunicazione. Domenica il primo cittadino, via Facebook, ha diffuso una nota in replica ad un articolo pubblicato da Repubblica, articolo che raccontava dell'auto in sosta vietata del primo cittadino durante la visita ad un museo napoletano.
La nota vergata dal sindaco legittimamente rispondeva all'articolo. Poi però attaccava il lavoro del cronista e addirittura ipotizzava un disegno teso a screditare la sua azione di governo della città («evidentemente qualsiasi pretesto è utile per colpire questa amministrazione»). Su questa vicenda, oggi, si è espresso il giornale preso di mira. Al collega autore del pezzo, professionista d'esperienza, va la nostra affettuosa solidarietà e il nostro sostegno.
Ma non è finita qui: la vicenda, tutta concentrata sui social network, arena di scontro preferita dal primo cittadino napoletano, ha avuto il suo apice in uno sconcertante commento su Facebook, autore uno degli staffisti dell'ufficio comunicazione del sindaco, assunto da Luigi de Magistris all'inizio del suo mandato.
Nel commentare la vicenda lo staffista ha così definito pubblicamente i cronisti: «i precari sono un po' come la manovalanza armata nella criminalità organizzata.. spesso cade su di loro il peso di un problema che solo alla fine inconsapevolmente solo rappresentano. Loro sono intercambiabili, morti o arrestati c'è sempre chi li sostituisce».
Un'affermazione gravissima, della quale chiediamo ora conto al primo cittadino. Accomunare i precari alla manovalanza criminale che deliberatamente sceglie di delinquere e danneggiare il prossimo è un attacco gravissimo contro il quale non possiamo tacere.
In un momento storico di grave delegittimazione e tentativo di smantellamento dello stato sociale e dei diritti dei lavoratori, sconcerta che un'affermazione del genere esca dalla tastiera di un personaggio così vicino al sindaco de Magistris e soprattutto fra i responsabili della sua comunicazione.
Il Coordinamento giornalisti precari della Campania ribadisce: i precari non sono camorristi, i precari vanno difesi. Anche quando, da giornalisti, scrivono cose sgradite al potere e ai Palazzi.
 
L'articolo di Repubblica:
 
 
 
Il presidente dell’Odg della Campania, Ottavio Lucarelli, e il membro dell’esecutivo nazionale dell’Odg, Maria Chiara Aulisio, hanno segnalato l’accaduto, con un esposto, al presidente dell’Odg del Molise presso il quale risulta iscritto Alessandro Di Rienzo.
 
Sulla vicenda c’è stato un comunicato del vice presidente dell’Odg della Campania, Mimmo Falco, e del consigliere nazionale, Salvatore Campitiello: “L'improvvido attacco ai colleghi "precari " della Campania è l'ennesima dimostrazione della superficialità con la quale si vorrebbe nascondere la verità. Il collega Di Costanzo e la redazione di Napoli della Repubblica,hanno sempre fatto informazione con correttezza e professionalità. Riteniamo di manifestare tutto il nostro disappunto su quanto si è verificato. Ribadiamo il nostro convinto sostegno al movimento dei giornalisti precari della Campania, ed ai numerosi colleghi professionisti e pubblicisti che svolgono la loro attività in condizioni di forte disagio, senza per questo rinunciare alla loro funzione di sentinelle della libertà”.
 
Le affermazioni del collaboratore del sindaco di Napoli erano state contestate dal presidente del Cnog, Enzo Iacopino: “Qualificano chi le ha fatte e chi, nell'amministrazione, rimarrà in silenzio e non ne prenderà le distanze in maniera netta. Frasi come queste rappresentano una sorta di semaforo verde proprio per l'evocata criminalità organizzata e le sue azioni che anche a Napoli hanno già visto vittime troppi giornalisti. L'informazione è un diritto dei cittadini. Non basteranno volgarità o irresponsabili e insultanti paragoni a fermare quanti onorano con il loro lavoro quotidiano, spesso oscuro e poco retribuito, il dovere di raccontare a Napoli anche le verità scomode per questo o quello”.
 
Di Rienzo, ha ritenuto di inviare al presidente del Cnog, preannunciandolo con una telefonata, un commento che ha inserito nel suo profilo: “Comunque credo che la mia infelice frase si sia prestata con troppa facilità a sbagliate interpretazioni. Nel caso ci fossero colleghi precari che si sono risentiti a loro chiedo scusa”.
 
Nel tardo pomeriggio di ieri il portavoce del sindaco di Napoli, Marzia Bonacci, ha diffuso una dichiarazione di scuse: “In qualità di responsabile dell'ufficio stampa del sindaco voglio rassicurare circa il rispetto da noi riposto verso tutte le giornaliste e tutti i giornalisti, in particolare verso coloro che lavorano nel mondo dell'informazione in condizioni di precarietà. Sono convinta della buona fede del mio collega Alessandro Di Rienzo che non voleva in alcun modo denigrare il lavoro di chi compie questa delicato e prezioso mestiere che si chiama informazione, soprattutto quando questo mestiere assume il volto difficile del precariato. A quante e a quanti si sono sentite/i offese/i da una frase inopportuna e infelice chiediamo scusa”.