Per la prima volta il Consiglio Nazionale dell'Ordine ha deciso di istituire un
Gruppo di lavoro operativo sulle Pari Opportunità. Un'iniziativa che ci è sembrata quanto mai necessaria, anche alla luce della sempre maggiore presenza femminile nella nostra professione, e lo abbiamo presentato mercoledì 12 dicembre a Roma in occasione di una seduta del Consiglio. Il lavoro di colleghe e colleghi:
Giampaolo Boetti, Maria Pia Farinella, Franco Nicastro, Silvia Resta, Barbara Reverberi e di Luisella Seveso, coordinatrice, si è svolto in collaborazione con
Monia Azzalini dell'Osservatorio di Pavia. Tutto è iniziato con una non facile indagine (vista la non continuità e frammentazione dei dati) sul numero delle donne nella professione e nelle scuole e master di giornalismo. In particolare il primo dato che abbiamo evidenziato riguarda proprio la presenza femminile in Consiglio, da sempre irrisoria. In questa consiliatura ci sono 22 giornaliste su 150 eletti.
Il video (
disponibile nella sezione “Video” di questo sito) è invece il frutto di un lavoro svolto con l'Osservatorio ed è legato all’Osservatorio Europeo sulla Rappresentanza di genere, un progetto europeo dell’Osservatorio di Pavia. A commento del video Silvia Resta ha sottolineato i frequentissimi errori di genere nell'affrontare le notizie che riguardano il femminicidio.
La terza parte del lavoro che ha svolto il gruppo consiste in settanta interviste realizzate su tutto il territorio nazionale a colleghi sia uomini che donne di varie età e media di appartenenza per verificare le motivazioni a questo tipo di professione, lo status raggiunto, i problemi connessi alla carriera, le eventuali discriminazioni affrontate.
A conclusione del lavoro, una serie di richieste: gli Ordini regionali riprendano la registrazione dei nuovi iscritti con la divisione tra donne e uomini, che non è più fatta dal 2006. Che in vista delle prossime elezioni dei consigli dell'ordine siano inserite nelle liste un numero di donne di ALMENO un terzo dei nominativi e che il video che abbiamo prodotto sia utilizzato nelle scuole di giornalismo come suggerimento per gli studenti e come stimolo alla realizzazione di prodotti analoghi.
Si è chiesto infine che l'impegno non finisca qui e che il prossimo gruppo possa lavorare su un progetto che coinvolga i sempre più numerosi e vivaci gruppi di giornaliste degli Stati affacciati sul Mediterraneo.
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