“In famiglia furono tutti veramente molto bravi nel non far percepire, a noi bambini, la drammaticità di una situazione veramente drammatica. Ed anche papà – quando andavamo a trovarlo in prigione – si comportava come se nulla fosse, anche se quella vicenda ha condizionato la vita di noi tutti…”. Carlotta Guareschi, figlia di Giovannino, ha parlato della carcerazione del padre, aggiungendo: “Le lettere di De Gasperi furono un pretesto per togliere di mezzo un uomo scomodo, un giornalista non allineato e questo veramente fu un gioco sporco…”.
E’ stato questo il momento di più alta intensità emotiva al convegno: “Il caso Guareschi: quando i giornalisti vanno in galera”, promosso dall’Ordine dei giornalisti dell’Emilia Romagna e da “Cervia, la spiaggia ama il libro” nell’ambito delle celebrazioni per i cent’anni della nascita e i quaranta della morte del padre di don Camillo e Peppone. Si è svolto nel tratto di spiaggia davanti al Grand Hotel ed ha richiamato tanti turisti, incuriositi anche dall’insolito ambiente (sabbia, ombrelloni, sedie a sdraio) per un dibattito anche accademico per la presenza di qualificati docenti universitari.
“È questo un modo molto “giornalistico” di affrontare il tema della libertà d’informazione e di critica – ha detto il presidente dell'Ordine regionale Gerardo Bombonato, presentando – l’iniziativa trasgressiva che, anche per la sua forma insolita, si adatta molto allo spirito anticonformista di Guareschi”.
Sacha Emiliani, laureato in giurisprudenza con una tesi sul processo al direttore di “Candido”, ha inquadrato la vicenda nel particolare clima politico di inizio Anni 50 in Italia: la fine dei governi De Gasperi, l’ascesa e la caduta di Pella, il primo forte manifestarsi delle correnti all’interno della democrazia cristiana.
Alessandro Melchionda, docente di diritto penale, ha affrontato poi il tema della diffamazione sostenendo la necessità di “sanzioni meditate” che coinvolgano gli editori, spesso, a suo giudizio, sollecitatori di comportamenti giornalistici “audaci e impropri” a fini di vendita del “prodotto stampa”.
Molto critico, non solo sulle vecchie norme, ma anche sulle prospettate nuove, Enzo Iacopino, segretario nazionale dell’Ordine dei giornalisti. “Se infatti fosse varata l’ultima proposta di riforma, con la sospensione professionale anche dei responsabili delle testate - ha detto – i giornali più diffusi e corposi (con tante notizie, giunte attraverso i più disparati canali) dovrebbero sospendere le pubblicazioni per mancanza di direttori… Sarebbe la fine della libera stampa…”
Al diritto dei giornalisti di diffondere la verità “anche in forma provocatoria” ha fatto cenno infine Marina Castellaneta, docente di diritto internazionale. “La nuova giurisprudenza della corte europea - ha detto - si è, infatti, già mossa, e continua a muoversi in questa linea, stabilendo sanzioni contro gli stati che prevedano intimidazioni, anche indirette, nei confronti dei giornalisti che informano e criticano”.
Il dibattito a Cervia è stato coordinato da Claudio Santini, consigliere nazionale dell’Ordine Le cerimonie in onore di Guareschi hanno visto, oltre che il dibattito, presentazioni di libri, proiezioni di film e mostre. L’iniziativa “Nel nome di Giovannino Guareschi” è stata in collaborazione con il Club dei ventitré, l’associazione di Parma custode della memoria del padre di don Camillo e Peppone e la Commissione cultura dell’ Ordine nazionale dei giornalisti.