L’Unità ha pubblicato oggi, 28 dicembre 2007, a pagina 7, un corsivo critico sul comportamento dell’Ordine dei giornalisti a proposito del sorteggio per stabilire la successione dei colleghi nel porre le domande al Presidente del Consiglio, on. Romano Prodi, nella conferenza stampa di fine anno.Il segretario dell’Ordine, Enzo Iacopino, ha inviato all’Unità la riflessione che segue: Desidero sottrarmi alla tentazione di partecipare al gioco di fine anno tendente a stabilire quali sono le “grandi testate” (in base a quali parametri: il numero di copie vendute, gli organici, il deficit, la storia). Ma non posso risparmiarmi il dovere di una constatazione e di qualche comunicazione.La constatazione è semplice: c’è un diffuso richiamo all’esigenza di regole certe. Ma è ancora più diffusa, purtroppo, la convinzione che le regole occorrano a due condizioni: che vengano rigorosamente applicate agli altri e, per quanto riguarda noi stessi, solo nel caso in cui corrispondano ai nostri desideri.Veniamo al sorteggio. E’ stato fatto alla presenza del presidente dell’Associazione della stampa parlamentare. Pierluca Terzulli, del suo vice, Maria Antonietta Avolio, e del membro del direttivo, Barbara Tedaldi: non era mai accaduto.Ne è nato l’elenco che è stato rigorosamente rispettato durante la conferenza stampa. Chi vuole (non io, ché non la penso così, definisca pure minori le 21 testate che hanno posto la loro domanda (da Il Mattino, primo, al Tg1, ultimo in ordine cronologico).La scelta di interrompere a quel punto la conferenza stampa è stata del presidente del Consiglio, Romano Prodi, per un motivo rispettabile: evitare di imporre il differimento della messa in onda del Tg1. Solo alla fine è stato possibile dirgli (direttamente, perché al suo staff era stato proposto con largo anticipo) che si sarebbe potuto interrompere la trasmissione in diretta della conferenza stampa continuando a rispondere alle altre domande dei colleghi. Ho il dovere di dar atto al presidente Prodi che ha subito espresso il suo rammarico per non averci pensato.Non ci sono stati tra quanti hanno posto il loro quesito Corriere della sera, Repubblica e Stampa? E’ vero. Non c’è stata neanche l’Unità pur presente nell’elenco.L’Ordine ha diffuso il comunicato con la richiesta di accredito il 19 dicembre. Le agenzie lo hanno trasmesso alle ore 14,20 (Agi), alle 15,02 (Dire), alle 15,19 (Ansa). C’era una procedura essenziale: chiedere, entro le 11,30 del 24 dicembre, l’accredito e indicare se e chi intendesse porre una domanda.Il Corriere della sera ha chiesto l’accredito, precisando che non intendeva porre quesiti.Repubblica e La Stampa non hanno chiesto l’accredito. Il secondo quotidiano lo ha fatto attorno alle ore 18 del giorno 26, a sorteggio avvenuto e comunicato alla agenzie (per la prima volta: ma la trasparenza, come le regole, vale ed è apprezzata da alcuni solo se coincide con i loro bisogni).Si può fare polemica su tutto, ovviamente.Una sola non sono disposto a subire in silenzio: la qualità delle domande non dipende dalla testata per la quale opera il giornalista che le pone, ma dalla qualità del professionista che ha l’opportunità di farlo. Per questo, colgo l’occasione, per dire grazie ai colleghi che hanno partecipato all’incontro con il Presidente del Consiglio. Hanno fatto un buon lavoro: “grandi testate” o no che siano, secondo il giudizio di altri, quelle per le quali operano.Auguri a tutti. Enzo Iacopinosegretario Ordine nazionale dei Giornalisti