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La cerimonia, affermano, è stata annullata a seguito delle loro dimissioni legate a "contrasti interni" al sindacato. Dopo il "niet" dei vertici sindacali volevano ridiscutere una assegnazione prima decisa alla unanimità. Emerge anche l'evidente, e un po' inquietante, preoccupazione di far sapere che la notizia è vera, ma non sono stati loro a fornirmela visto che non sono stati "interpellati". Lo confermo. E capisco, oh se capisco!
Ero certo di non essere stato il solo ad essere vittima della faziosità, i "veti", di chi dal capoluogo emiliano dettò il suo "niet": "A Iacopino, mai!" Predieri e Lavezzi hanno tutta la mia solidarietà (non prendo le distanze da loro "nei modi, nei toni e nella forma") e il rinnovato invito a riprendere il loro lavoro a difesa dei colleghi meno tutelati. Con la preghiera di riflettere sul dovere di rendere pubblico quanto di sporco avviene, come in questo caso, perché i colleghi ci hanno dato, eleggendoci, una delega a rappresentarli, informandoli di tutto e non nascondendo loro miserie come quella rivelata, in modo sobrio, senza toni aspri e con la sola forma lecita che è dire la verità.
Quello della lotta al precariato è davvero terreno minato perché c'è da combattere non solo con gli editori, ma anche con quei giornalisti che si sono fatti casta e pensano soltanto a tutelare i loro privilegi, i distacchi sindacali con annesso il diritto a presentarsi al lavoro nei festivi mentre per tutta la settimana i colleghi sono costretti a fare lavoro di supplenza.
Un consigliere nazionale della Fnsi in una assemblea congiunta (Bologna, Firenze, Roma) in audio conferenza di QN-Resto del carlino-QN net, il 29 marzo, davanti alla richiesta di usare i nuovi strumenti per combattere la schiavitù del precariato, ha urlato: "Io mi ..... il culo con la carta di Firenze e con l'equo compenso".
Vergogna.