Editore:
Realtà Sannita (2011), pag.118, Euro 12,00
In questo racconto primeggia la scrittura realistica: fotogrammi e scene di un “piccolo-grande mondo antico”, pieno di speranze. Talvolta irraggiungibili, eppure spesso miracolosamente realizzate.
Il “cappotto verde”, più volte rivoltato, è la metafora di quel “piccolo” mondo che fu l’Italia, dalla fine dell’Ottocento fino agli anni Sessanta del secolo scorso. Un mondo cristallizzato, con tutti i suoi valori di profonda umanità.
Nella prefazione è ricordato che il cappotto evoca l’immagine del sarto Biagio, uomo saggio e molto paziente, che soleva raccomandare alle madri, quando dovevano acquistare una stoffa per una confezione per un figlio (che avveniva molto di rado), di farsi accompagnare al negozio, non solo dal primogenito (e primo fruitore), ma anche dal secondogenito, perché al primo doveva piacere “la dritta” e al secondo “la rovescia” (i successivi utilizzatori si dovevano accontentare e farlo “rivoltare”).
I brevi capitoli, veri e propri quadri di vita quotidiana e dei desiderata di una numerosa famiglia del Sud, si susseguono in un crescendo operistico. Non a caso, nella epigrafe del libro, è riportato questo passaggio, tratto dal primo atto della “Madama Butterfly” di Giacomo Puccini: “Noi siamo gente avvezza alle piccole cose umili e silenziose, ad una tenerezza sfiorante e pur profonda…”.
È tutto vero nel libro (sia i fatti che le persone), avverte l’Autore: dalla casa nuova, all’albero di Natale, a quando nasceva “ninno”, alla Lambretta, alla commare Orlandina, al bar Orsini, ad Antonio e Maria.
Mario Pedicini, pubblicista, editorialista di “Realtà Sannita” e Autore di vari saggi, è stato Provveditore agli Studi. Ha scritto, con Giovanni Fuccio: “I sindaci di Benevento” e “Fare il giornale nelle scuole”.