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Il contratto dei giornalisti, le polemiche della FNSI e la verità

03/12/2009
Il segretario della Fnsi ha diffuso la lettera sotto riportata, lettera della quale l'Ordine è venuto a conoscenza attraverso il sito di Franco Abruzzo.
 
  
Roma, 1 dicembre 2009
Prot. n. 4373
Dott. Lorenzo Del Boca
Presidente Cnog
Via Parigi 11 - Roma
 
Oggetto: seminari Fiuggi e contratto.
 
Gentile Presidente,
da più parti ci viene segnalato che, nel corso dell’ultimo seminario organizzato a Fiuggi dal Consiglio Nazionale dell’Ordine per i praticanti (ai sensi di quanto disposto dal punto “i” dell’articolo 35 del contratto nazionale di lavoro) sono stati distribuiti a tutti i praticanti presenti alcuni testi di commento al nuovo contratto di lavoro messi a punto dal presidente dell’Associazione della Stampa Romana, Fabio Morabito, con la specifica che se ci fossero stati, da parte dei praticanti, dubbi o altre domande, sarebbero stati sottoposti allo stesso collega. Non avrei e non avremmo nulla da ridire, se la documentazione fosse correttamente riferita ai dati di fatto del contratto, ovvero se si trattasse di posizioni sul contratto proposte in confronto con altre di segno diverso in una sede politica e non di formazione essenziale di base. Purtroppo abbiamo rilevato gravissime inesattezze accompagnate da opinioni, legittime in quanto opinioni, ma fuorvianti in quanto manipolatrici della realtà del contratto. Poiché il contratto di lavoro dei giornalisti non è una carta sconosciuta né modificabile da alcuno se non dalle parti contraenti (Fnsi e Fieg), quanto avvenuto nel corso dell’ultimo seminario di Fiuggi non può essere certamente catalogabile come esempio di esemplare lezione sul significato di correttezza dell’informazione, tanto palese è la violazione dell’ “obbligo inderogabile”, per i giornalisti, al “rispetto della verità sostanziale dei fatti, osservati sempre i doveri imposti dalla lealtà e dalla buona fede”.
Peraltro risulta che la documentazione sarebbe stata fornita, poco dopo la consueta (per il seminario di Fiuggi) lezione sul contratto collettivo dei giornalisti fatta dal Direttore della Fnsi, Giancarlo Tartaglia, come avviene da oltre venti anni, in maniera asettica. Puoi immaginare, tu, Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine da oltre otto anni, giornalista di pregio, già Presidente della Fnsi, protagonista di negoziati per il contratto e per l’applicazione di regole in esso contenute, lo sconcerto e il disorientamento che nei praticanti che si apprestano a prepararsi per l’esame di Stato può determinare apprendere, per esempio, che il cdr oggi è un’altra cosa da quanto era previsto nei contratti che anche tu hai contribuito a stipulare, che i membri dei comitati di redazione hanno perso tutele, che i giornalisti per contratto possono essere demansionati solo per citare alcune delle tante inesattezze e manipolazioni della verità letterale e sostanziale dei fatti. A poco vale l’avvertenza contenuta in forma anomima che si tratta non degli appunti di una lezione, ma di “alcune considerazioni sul contratto fatte da Fabio Morabito, Presidente dell’Associazione Stampa Romana”.
L’Ordine dei Giornalisti non è una libera associazione; è un organismo giurisdizionale con compiti precisi assegnati dalla legge: la gestione degli Albi e la deontologia professionale. Mi pare che l’operazione del documento distribuito non rientri in quest’area, ma in un ambito di legittimo confronto politico che non rappresenta elemento di conoscenza della condizione professionale del giornalista impiegato al lavoro secondo le regole del contratto giornalistico Fnsi-Fieg.
Come ti è noto, l’autore del documento distribuito ha avversato pubblicamente i contenuti della rinnovazione contrattuale, criticandone i risultati e invitando i colleghi a votare no al referendum. Che lui esprima le sue posizioni è certamente – lo ribadisco - legittimo. Meno legittima mi pare la posizione dell’Ordine che, limitandosi a diffondere il parere di una parte (minoritaria) del Sindacato, sembra non solo condividerne le posizioni, ma attribuirle valore di verità sulla materia giuridica del contratto.
Da anni la presenza e la lezione del Direttore della Fnsi ai seminari dell’Ordine per illustrare i contenuti del contratto collettivo è mirata ad una sola finalità: consentire ai praticanti l’apprendimento dei diritti contrattuali, sia ai fini del superamento delle prove di esame, sia ai fini della conoscenza delle tutele nello svolgimento del loro lavoro.
Non è più sufficiente questo? Si ritiene che i seminari di preparazione agli esami debbano essere trasformati in assise politiche di parte? Valuta tu. Io non credo che questo sia un bell’esempio di corretta professionalità, soprattutto quando è l’Ordine a impartirlo ai praticanti.
Ti informo che, data la rilevanza delle questioni che impongono chiarezza, mi vedo costretto a diffondere copia di questa mia, unitamente ai documenti distribuiti dal Cnog a Fiuggi, a tutti i responsabili politico-sindacali delle Associazioni Regionali di Stampa perché possano adottare le azioni di verità che riterranno più idonee nelle aree di loro competenza a tutela della migliore formazione e dei diritti del lavoro dei colleghi che si riferiscono, nella propria attività professionale, alle loro Associazioni territoriali. Cordiali saluti.  Franco Siddi
 
* * * *
 
La risposta di Enzo Iacopino, segretario del Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti
 
Confesso: sono stato io, Enzo Iacopino, ad inoltrare ai colleghi praticanti - che sollecitavano informazioni sul contratto - le note che scandalizzano ad orologeria la Fnsi. Sono state inviate per la grandissima parte alla fine di settembre e le altre circa tre settimane fa.
Le dispense sul contratto sono state chieste alla Fnsi prima, durante e dopo il seminario di Fiuggi del settembre scorso. Le commissioni d'esame potevano, legittimamente, porre ai colleghi praticanti domande sulle novità dello stesso.
La risposta della Fnsi è stata il silenzio.
Il testo del contratto è stato chiesto al segretario della Fnsi, a margine di una audizione in Senato, all'inizio di novembre. 
Il segretario della Fnsi si è detto sorpreso nel sentire che il testo non fosse sul sito della Federazione.
Lo era e lo è anche l'Ordine dei giornalisti visto che siamo a 7 mesi dalla firma del contratto.
Dispense integrative sono state sollecitate al presidente della Fnsi la scorsa settimana con l'impegno di inoltrarle immediatamente ai praticanti, così come è stato fatto con due diverse versioni della sintesi di una lezione tenuta a Fiuggi proprio dallo stesso presidente della Fnsi.
La risposta della Fnsi è stata il silenzio.
Arriva ora una lettera del segretario della Fnsi al presidente Lorenzo Del Boca con allegata la trascrizione di quella che non è una lezione tenuta a Fiuggi, ma un testo inviato dopo il seminario di Fiuggi per rispondere alle richieste di chiarimenti dei colleghi praticanti i quali, in tutta evidenza, sentivano il bisogno di qualcosa in più rispetto alla lezione frontale tenuta nel seminario dal direttore della Fnsi.
Val solo la pena di far notare che a Fiuggi ha potuto partecipare solo il 20 per cento circa di quanti hanno preso parte alle ultime due sessioni d'esame.
Come dire, che l’80 per cento avrebbe dovuto sfidare al buio la roulette degli esami.
La nota attribuita all’”oratore ignoto” è un semplice cappello di accompagnamento nel quale il segretario dell’Odg avverte i colleghi praticanti che si tratta delle considerazioni di Fabio Morabito, presidente della Associazione della stampa romana: “Le sue…”, si chiarisce, le uniche che l’Ordine fosse riuscito ad avere e di cui a tutto oggi dispone.
L’idea che il presidente di una così importante Associazione di stampa possa avere posizioni “legittime” solo se non le partecipa è alquanto singolare così come l’affermazione che si tratta di un “manipolatore” perché fornisce interpretazioni non collimanti con quelle del vertice della Fnsi.
A tutto oggi, le risposte alle richieste fatte prima, durante e dopo Fiuggi; in Senato direttamente al segretario della Fnsi; nella sede dell’Odg al presidente della Fnsi sono state il silenzio.
Un silenzio rumorosamente interrotto da una nota polemica, diffusa con raffinata eleganza e con una sconcertante coincidenza temporale prima che il destinatario e l’Ordine la avessero ricevuta.
Anche questo è un comportamento che la Fnsi può ritenere “legittimo”. Gli altri, tutti, senza chiamate alle armi come la Fnsi fa con le Associazioni regionali di stampa, possono trarre autonome conclusioni.
Il segretario della Fnsi non corregge le risposte, non le integra, ma decreta la scomunica del presidente di una così importante Associazione di stampa e spiega all’Odg come avrebbe dovuto comportarsi.
Continuando, però, a non fornire le informazioni richieste e sollecitate e dimenticando le sue scorrerie pubbliche sulla riforma dell’Ordine che dovrebbe comportare, a suo dire, un Consiglio nazionale di 12 persone e la decimazione dei pubblicisti.
 
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Il contratto di lavoro  e l'attendibilità del sindacato.  Una replica a Franco Siddi e Franco Abruzzo

di Fabio Morabito
Presidente dell'Associazione stampa romana
 
Mi sono trovato coinvolto, mio malgrado, in un attacco che la Fnsi ha rivolto all'Ordine dei giornalisti, in una di quelle polemiche che temo non giovino agli interessi della categoria, in questi tempi difficili che richiedono senso di responsabilità e concretezza sui problemi reali della professione. E mi sarei astenuto dall'intervenire se il segretario generale della Fnsi e l'ufficio stampa del sindacato nazionale non si fossero permessi di fare affermazioni inaccettabili riguardo alcune note che ho scritto sul nuovo Contratto di lavoro.
A scatenare le rimostranze del segretario della Fnsi sono delle schede, elaborate da me per lo più diversi mesi fa, e cioè all'indomani del raggiunto accordo con la Fieg. Queste schede, scritte nella forma delle "domande e risposte" erano state da me subito girate alla direzione della Fnsi, con il desiderio di ottenere integrazioni e osservazioni. Ho fatto questo proprio per cautelarmi su eventuali imprecisioni, possibili in una materia così a fondo modificata: per la prima volta, infatti, la Fnsi non aveva fornito una stesura del nuovo Contratto con le cancellature e le modifiche "a vista", ma aveva solo diffuso le novità e i tagli in un testo a parte, un fatto che rendeva particolarmente complicato, anche per il lettore esperto, una valutazione complessiva. E a tutt'oggi, detto per inciso, non è stato ancora distribuito il libretto del nuovo Contratto, che pure è già in vigore da oltre otto (ripeto: otto) mesi.
La direzione della Fnsi, con la quale ho continuato a confrontarmi sul Contratto in tutto questo tempo, non ha ritenuto di fare osservazioni. E non me ne ha fatte mai neanche il segretario Siddi, che non poteva non conoscere i miei testi, che erano stati rilanciati su diversi siti sindacali, da sette o otto mesi a questa parte. In questo lungo periodo passato dalla firma del Contratto, già in vigore dal primo aprile (e spero che nel ricordare la data non mi si accusi di essere allusivo) ho ovviamente incontrato più volte il segretario generale, che però solo adesso mi accusa di aver scritto "gravissime inesattezze", e lo fa nell'attaccare l'Ordine dei giornalisti, rimproverato di aver distribuito le mie note ai colleghi praticanti che stavano preparando l'esame professionale.
Nessuna critica avevo ricevuto sui miei testi, quindi. In tutti questi mesi era successo invece il contrario, e cioè ero stato io a rilevare delle inesattezze nelle dichiarazioni di alcuni dirigenti della Giunta Fnsi. In particolare, in occasione della Consulta nazionale dei Cdr, nella relazione che Siddi fece ai colleghi dei Comitati di redazione prima del voto sulla bozza contrattuale (che, detto per la cronaca, fu di ampio consenso) riscontrai delle inesattezze che rimarcai al segretario nell'ora di pausa. Siddi mi assicurò che avrebbe rettificato nel corso della Consulta; cosa che non fece, ma per quanto mi riguarda fu solo una dimenticanza, e non ho neanche adombrato una mancanza di buona fede, né ho pensato che quegli errori involontari, che presentavano il Contratto meglio di quanto non fosse, avrebbero potuto condizionare l'esito del voto. Dico questo perché nel confronto, nel dibattito, nella valutazione complessiva di un testo contrattuale, ci possono anche essere punti di vista molto diversi fra di loro (ed è evidente che ci sono...), ma questo non deve impedire la collaborazione e la lealtà tra i dirigenti del sindacato unitario. E sarebbe stato giusto che, qualora il segretario avesse veramente riscontrato delle inesattezze (ma così non è stato, e lo dimostrerò nelle righe che seguono), avrebbe potuto e dovuto segnalarmele, per darmi l'opportunità, nel caso che avesse avuto ragione, di correggerle. Ritengo che avrebbe dovuto parlare prima, anziché parlarne adesso, in una lettera peraltro non indirizzata a me ma all'Ordine de giornalisti.
Siddi, scrivendo al presidente Del Boca, fa anche tre esempi di inesattezze che sarebbero presenti nei miei testi. Ecco quali sarebbero.
1) Il segretario sostiene che io avrei scritto che "il cdr oggi è un'altra cosa". Non mi sono espresso in questi termini. Io sostengo, e lo argomento contratto alla mano, che sono fortemente diminuiti i poteri del Cdr. Ad esempio: nei casi di licenziamento è sufficiente che l'editore dichiari che si tratti di "giusta causa" (ma poi se effettivamente la giusta causa c'è, lo potrà dire solo un giudice, magari anni dopo) per non avere più l'obbligo di chiedere un parere preventivo al Cdr. Un alto dirigente della Fnsi (mi astengo dal fare nomi, perché non voglio ridicolizzare nessuno) ha sostenuto che in realtà l'articolo in questione, il 34, in sostanza non è stato cambiato, perché per licenziamento con giusta causa si intende il caso in cui un giornalista uccide il direttore o l'editore...Immagino quale Associazione regionale di stampa (titolare del diritto di procedere per condotta antisindacale ex-art.28 dello Statuto dei Lavoratori) avrebbe portato in tribunale un'azienda perché non aveva chiesto il parere del Cdr sul licenziamento di un omicida!
2) Seconda presunta inesattezza. Siddi sostiene, nella lettera a Del Boca, che io avrei scritto che i membri del Cdr avrebbero perso tutele, mentre per lui questo non è assolutamente vero. Ecco la mia domanda e risposta, tratte dalla scheda che ho fatto sui Cdr. Domanda: "I membri del Cdr saranno tutelati come prima?" Risposta: "Non è prevista la tutela per il Cdr in caso di distacco ad altra testata del gruppo, a meno che non lo si interpreti come "trasferimento" (che però, nel contratto, definisce un diverso istituto contrattuale)". Ognuno può interpretare come vuole, ma non può contestare che il riferimento normativo sia esatto.
3) Terza e ultima presunta inesattezza. Siddi mi rimprovera di aver sostenuto che "i giornalisti per contratto possono essere demansionati". Rispondo citando alla lettera il nuovo testo contrattuale (articolo 11): "In ottemperanza all’art. 2103 del c.c., al giornalista può essere assegnata dal direttore, nell’ambito della qualifica di appartenenza, una mansione diversa da quella precedentemente esercitata, fermo restando, comunque, che a tal fine non ha rilevanza l'esercizio di funzioni di superiorità gerarchica e di guida del personale in precedenza svolte". Fino ad ora la giurisprudenza del lavoro ha sostenuto che la professionalità acquisita ha rilevanza, eccome se ne ha, nelle cause di demansionamento.
Ma Siddi non si è limitato ad accusarmi di inesattezze, un fatto comunque grave se indimostrato. Mi ha diffamato. Io ora mi aspetto una chiara rettifica. Riservandomi comunque, come si dice in questi casi, ogni azione nelle "sedi opportune".
Respingo anche il comportamento di Franco Abruzzo, il titolare di una diffusissima newsletter che, pubblicando le diffamazioni di Siddi, mi definisce "noto avversario della Fnsi": una definizione che, anteposta alla lettera di Siddi a Del Boca, rischia peraltro di suggerire un pregiudizio in chi legge. Per chi non lo sapesse la Fnsi è un sindacato unitario ma federale, e l'Associazione stampa romana, di cui sono presidente, ne fa parte (anzi, con la Lombarda, è l'Associazione regionale più grande). In questi giorni, d'intesa con il consigliere segretario dell'Asr e con gli altri vertici dell'associazione, sono impegnato nella campagna iscrizioni. I colleghi che si iscrivono all'Asr si iscrivono automaticamente anche alla Fnsi. Sono un avversario? E' un avversario chi, all'interno di qualsiasi realtà sindacale, dà un contributo critico? E' vero che l'Associazione stampa romana ha saputo, nella sua autonomia, essere critica verso la Fnsi come quando ha dissentito "profondamente" dalla decisione di firmare il nuovo contratto prima che venisse sottoposto a referendum. Lo ha fatto con un documento del direttivo. E' stato approvato all'unanimità. Non c'è mio intervento, in nessuna sede (sono stato anche tre anni consigliere nazionale) in cui io non abbia difeso l'unitarietà del sindacato.
Non mi sono limitato, con le mie schede, a una fredda analisi tecnica. Ho fatto delle valutazioni, anche nette. Faccio un esempio, riportando una delle "domande" a cui ho provato a rispondere sull'applicazione della legge 416. Ho scritto queste cose quando ancora quasi nessuno giornale o agenzia aveva ancora avanzato richiesta di stato di crisi e ristrutturazione, ma sembrava chiaro che ci sarebbe stata una corsa a ottenere questo formidabile mezzo di riduzione del costo di lavoro complessivo, mandando a casa i colleghi meno giovani, che hanno/avevano molto spesso gli stipendi più alti. Domanda: "Quando si può concedere lo stato di crisi e di ristrutturazione?" Risposta: "La Fieg e la Fnsi hanno firmato un protocollo d'intesa che stabilisce i requisiti. E' passata la linea più favorevole agli editori, e cioè che non c'è neanche bisogno del bilancio in rosso per dare l'assalto ai soldi dello Stato. I requisiti richiesti sono così vaghi e approssimativi che potranno chiedere i finanziamenti anche giornali che sono in attivo e hanno una storia di bilanci in salute".
Si tratta di una critica pesante. Definisco i requisiti richiesti "vaghi e approssimativi". Mi sono esposto con un giudizio, è fuori di dubbio. Giudizio che, in effetti, non era per nulla condiviso in quelle settimane a ridosso degli accordi contrattuali, da diversi dirigenti di Giunta della Fnsi. Due di loro (e anche questa volta preferisco non fare nomi) sono venuti a riferirne al Consiglio direttivo dell'Associazione stampa romana. Hanno dichiarato esattamente l'opposto di quello che ho affermato io. Hanno parlato di "paletti cogenti" (proprio questa è stata l'espressione usata) che avrebbero impedito stati di crisi facili come in passato. Le loro affermazioni sono messe nero su bianco nel resoconto stenografico dei Direttivi, consultabili nella sede dell'Asr. Ora, dopo che si è scatenato questo tsunami su quotidiani grandi e piccoli, periodici e agenzie di stampa, con la concessione, già ottenuta oppure in via di definizione, dei benefici di legge anche ad aziende "che sono in attivo e hanno una storia di bilanci in salute" (esattamente come avevo scritto io qualche mese prima), tutti possono vedere chi aveva ragione. E se il Contratto dei giornalisti fosse stato già stampato e diffuso nelle redazioni, chiunque lo avrebbe potuto sfogliare e confrontare con le mie schede. Constatando l'attendibilità che mi si vuole togliere con la diffamazione.
 
 
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