L’
Ordine dei giornalisti rivendica l’
esclusiva nel controllo deontologico della categoria e nella sorveglianza della sua correttezza professionale.
Per questo ritiene illegittima, prima che inopportuna, l’iniziativa del garante delle telecomunicazioni che, nel contratto di servizio della Rai, ha inserito norme che rappresentano un vero e proprio codice di comportamento. Sarebbero previsti anche confronti per individuare le violazioni e le procedure per valutarli. L’iniziativa è del tutto unilaterale e da respingere al mittente.
Le regole già ci sono, sono severe e nella stragrande maggioranza dei casi vengono applicate: anche dai giornalisti televisivi…!
Non è immaginabile che i comportamenti professionali degli operatori dell’informazione siano modulati dalle rispettive aziende dove ciascuno lavora. Ne verrebbe fuori una professione a macchia di leopardo con maggiori o minori doveri, secondo il caso e, prevedibilmente, secondo interessi che niente hanno a che spartire con la correttezza dell’informazione.
I giornalisti devono essere lasciati in pace. Lo stiracchiarli per la giacca per ottenere qualche piccolo (e il più delle volte presunto) vantaggio finisce per provocare seri danni anche alla vita sociale del paese.
L’authority faccia l’authority e il consiglio di amministrazione Rai si preoccupi di amministrare. I giornalisti hanno le istituzioni e le strutture gerarchiche cui fare riferimento.