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Il DDL sulla diffamazione approvato dalla Camera

17/10/2013
“Un primo passo, importante ma non conclusivo: la strada per garantire ai cittadini il diritto ad una informazione libera da condizionamenti è ancora lunga”, dichiara Enzo Iacopino, presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti
“E’ doveroso ringraziare la Camera dei Deputati che ha abolito il carcere per i giornalisti, approvando quasi con un blitz una nuova normativa sulla diffamazione che, ora, passa all’esame del Senato. Ma restano dei punti che avrebbero meritato un approfondimento. Il tema delle querele temerarie, presentate per intimidire i giornalisti, non può considerarsi risolto prevedendo una ammenda che va da 1.000 a 10.000 euro. Si tratta di somme esigue, che possono essere affrontate con disinvoltura dalle varie criminalità, non solo da quella comune. Penso ad Ester Castano che con la sua inchiesta ha portato allo scioglimento di un Comune per infiltrazioni mafiose e che è stata citata in Tribunale, vivendo periodi di grave tensione.
Inquieta l’idea dell’obbligo della rettifica da pubblicare senza commento perché sembra sparita la possibilità di replicare nel caso la stessa contenga elementi falsi, come era previsto nel testo della commissione. Così come è sbagliato aver modificato in uno dei passaggi l’esimente per il giornalista che chiede al direttore di pubblicare una rettifica su un suo errore, trasferendone la responsabilità al vertice del giornale, e che ora è chiamato ad avviare una azione davanti al magistrato per ottenere il ristabilimento della verità. Un meccanismo che espone a grandi rischi soprattutto i giornalisti più “deboli”, quelli che vengono retribuiti con poche euro ad articolo.
Inspiegabili la previsione dell’interdizione dalla professione che si poteva affidare ai Consigli di disciplina, recentemente istituiti per legge, e la rinuncia alla costituzione del Giurì per la correttezza dell’informazione che avrebbe potuto garantire con immediatezza la tutela dei diritto dei cittadini”.