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Il DIRITTO ALLA VERITÀ non si tutela con le denunce

22/10/2010
L'annunciata decisione del presidente del Consiglio di citare in giudizio Report e Milena Gabanelli provoca sensazioni sgradevoli.
Non si tratta di contestare il diritto di Silvio Berlusconi di tutelare la sua reputazione da notizie che ritiene siano diffamatorie. È un diritto che ha. È il mezzo scelto che inquieta. Se l'obiettivo è quello dichiarato, ristabilire la verità, lo si può raggiungere in tempi infinitamente più rapidi di quelli legati ad una causa civile.
Se, invece, è altro è difficile chiedere di condividerlo non ai giornalisti, ma a tutti i cittadini.
I politici non hanno minori diritti degli altri. Ma hanno maggiori doveri, non ultimo quello di accettare che vengano loro fatte domande scomode o perfino impertinenti.
Report ne ha posto una: da chi ha acquistato Berlusconi quei terreni ad Antigua? Perché non rispondere, anche con un secco "non è vero"? Perché non dire - ove così fosse - che nulla ha a che fare con quella proprietà?
Pochi minuti, insomma, per fare chiarezza invece di attendere i tempi biblici di un giudizio civile che trasmette una sensazione altra rispetto all'esigenza di far conoscere la verità.