Il Ministro della Giustizia Andrea Orlando ha ricevuto il 23 novembre scorso il Presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti Enzo Iacopino che, nel corso di un lungo e cordiale colloquio, ha esposto le principali problematiche che attualmente investono la professione giornalistica. In particolare, ha sottolineato come nelle vicende che hanno accompagnato le numerose letture parlamentari delle nuove norme sulla diffamazione sia rimasto irrisolto il nodo dell’esposizione dei giornalisti, che non rivestono ruoli direzionali, a richieste risarcitorie molto elevate e spesso formulate a titolo intimidatorio. Tale situazione pone a rischio la libertà di informazione nel paese, in presenza di una situazione di grave precariato e sfruttamento lavorativo in cui versano molti dei collaboratori che con compensi di pochi euro sostengono il peso quotidiano di assicurare la cronaca nei mezzi di informazione.
Il Presidente Iacopino, che nell’occasione era accompagnato dal direttore Ennio Bartolotta, si è poi soffermato sulle preoccupazioni ingenerate dalla delega governativa in tema di intercettazioni e sui timori che le nuove disposizioni si tramutino nel bavaglio all’informazione. Il Ministro ha tenuto a precisare che non è intenzione del governo introdurre particolari profili sanzionatori ma di operare al fine di evitare che fatti personali o riguardanti soggetti terzi non rilevanti nelle vicende di cronaca dei soggetti interessati siano resi di dominio pubblico, danneggiando in tal modo la dignità delle persone, al di là e a prescindere dalle vicende stesse di cui viene data informazione.
Nella ricerca, non facile, di soluzioni idonee a contemperare i diritti in gioco, il Ministro ha assicurato che saranno coinvolte tutte le istituzioni interessate, dagli operatori di giustizia al mondo dell’informazione, e sicuramente l’Ordine che è chiamato a testimoniare, anche con l’effettivo esercizio delle azioni disciplinari, il ruolo che riveste l’autogoverno per il contrasto agli abusi. Il Ministro si è dichiarato anche disponibile ad approfondire l’introduzione di strumenti “civici” quale può essere un Giurì dell’informazione, titolari di poteri che consentano il riequilibrio di una informazione non corretta, con la diffusione e la pubblicazione delle distorsioni accertate.
Sulle tematiche più direttamente riguardanti le competenze ordinistiche contenute nel progetto di legge n. 3317 all’esame della Commissione Cultura della Camera, il Ministro, nel manifestare vivo interesse per la proposta di creazione del registro degli editori al fine di individuare gli interessi societari diretti ed indiretti di chi fa informazione, ha attentamente ascoltato le obiezioni sollevate dal Presidente Iacopino sull’impraticabilità di soluzioni non meditate sotto il profilo delle ripercussioni regolamentari e non realizzabili per quanto concerne la proposta riduzione a 18 componenti del Consiglio nazionale che non renderebbe materialmente possibile l’espletamento delle attività istituzionali ad esso affidate.
Il Ministro ha ritenuto meritevoli di particolare attenzione le obiezioni sollevate ed ha incaricato il proprio gabinetto di valutare in sede tecnica proposte di emendamenti al testo parlamentare. Ha, inoltre, assicurato la volontà di perseguire l’obiettivo, in collaborazione con il Consiglio nazionale, di migliorare l’assetto complessivo dell’Ordine dei giornalisti, attraverso un processo riformatore, nell’ambito del quale il Presidente Iacopino ha sottolineato l’esigenza primaria di modificare l’accesso alla professione che non riflette più, sia sotto il profilo culturale sia economico sociale, l’Italia della metà degli sessanta quando venne varata la legge ordinamentale ed alla cui realtà i meccanismi d’iscrizione continuano, nella sostanza, a far riferimento.