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IL RICONGIUNGIMENTO E LE POLEMICHE SEMPRE A DANNO DEGLI "ULTIMI"

15/03/2013
Il presidente del Cnog, Enzo Iacopino, in relazione ad alcune considerazioni sulla decisione adottata dal Consiglio ha ritenuto di fare la seguente precisazione:
"Sette associazioni regionali di Stampa "per un sindacato di servizio" (Veneto, Liguria, Trentino Alto Adige, Val d'Aosta, Puglia, Basilicata e Molise) affermano che la delibera "che ammette all’esame professionale i pubblicisti - a prescindere da quanto sia il loro guadagno annuale derivante da attività giornalistica - rappresenta uno degli ultimi atti da fine impero di un Ordine sempre più inutile e fuori dalla realtà".
E aggiungono considerazione varie che non hanno alcun collegamento con l'accaduto, concludendo che occorra "rifondare l’Ordine dei Giornalisti in modo snello per cancellare un’istituzione pletorica e finalizzata solo al mantenimento di una struttura che replica se stessa. Di questo tipo di Ordine francamente non sentiamo il bisogno".
La delibera rende centrale il ruolo degli Ordini regionali (che hanno visto accolte tutte le osservazioni che avevano formulato in una riunione) che potranno fare in relazione al reddito valutazioni autonome che tengano conto della realtà nella quale si muovono.
I colleghi potenzialmente interessati (dovranno dimostrare che nei precedenti 36 mesi "hanno esercitato in maniera sistematica ed esclusiva attività giornalistica retribuita", con la relativa documentazione contrattuale, fiscale e contributiva) non sono nuove immissioni nel mercato. Sono pubblicisti di nome, professionisti di fatto.
Tali da anni, nell'indifferenza di troppi che si dicono al "servizio" dei colleghi solo per emettere, contro chi tenta di garantirne i diritti, giudizi ("intento elettoralistico", "decisione demagogica") che denunciano soltanto una volontà polemica che non trova, purtroppo, nelle realtà territoriali altrettanto vigore nella tutela dei colleghi. I casi di sfruttamento in molte di queste regioni sono clamorosi, nel silenzio o quasi di chi si dice al "servizio" dei colleghi. I coordinamenti dei precari possono, infatti, segnalare che una sola Associazione di stampa, quella del Friuli V.G. (che non firma il documento) ha segnalato all'Odg violazioni deontologiche da parte di direttori che sono sotto procedimento disciplinare. Il resto è polemica sterile, che fa già gongolare gli editori.
Questa scelta dell'Ordine consente a chi ne ha il diritto di formalizzare una posizione che con una adeguata assistenza "di servizio" sarebbe stata già regolarizzata, a volte da molti anni.
L'ODG SENTE IL BISOGNO DEL SINDACATO AL SERVIZIO DEI COLLEGHI, CON MAGGIORE ATTENZIONE PER GLI ULTIMI.
La speranza c'è. Viene non solo dal Friuli V.G., ma anche dal Lazio. E dal vertice della Fnsi. Saremo felici di dare conto di altri segnali concreti in questa direzione".